La cattedra ambulante diventa stazione sperimentale
L'abito della cattedra ambulante era davvero troppo stretto per
Strampelli che operava soprattutto sul terreno della sperimentazione,
e questo a differenza di quanto contestualmente accadeva per altri
istituti italiani che, nati come centri di sperimentazione, erano
stati progressivamente relegati a centri di divulgazione agraria,
o al massimo di esame di prodotti in laboratorio.
Era quindi evidente che egli facesse pressioni affinché la
cattedra reatina venisse trasformata in stazione sperimentale.
I risultati che egli aveva raggiunto gli avevano già dato
notorietà nel mondo dellagricoltura italiana, ed anche
allinterno dellapparato del Ministero di agricoltura
che iniziò a pensare di trasformare la cattedra reatina nel
primo istituto sperimentale specificatamente dedicato alla granicoltura
del Paese.
Per la concretizzazione di tale operazione era però necessario
il pieno accordo del comune di Rieti che non pose problemi particolari
se non quello di un generale disinteresse, tanto che la seduta consiliare
del 21 settembre 1905 che avrebbe dovuto ratificare laccettazione
della trasformazione della cattedra in istituto sperimentale, andò
deserta.
La cosa appare ancor più grave se si tiene conto che il ministero
aveva fatto precise pressioni affinché latto ufficiale
del municipio di Rieti giungesse a Roma entro il 24 settembre onde
evitare problemi per lemanazione del decreto legislativo in
proposito.
Il problema venne parzialmente risolto con una delibera di giunta
del 23 settembre alla quale sarebbe seguita quella del consiglio
riconvocato per il giorno 25.
Sia in giunta che nella seduta del consiglio, Filippo Corbelli illustrò
la proposta sottolineando che tale trasformazione andava vista di
buon grado perché listituto reatino avrebbe acquisito
una maggiore stabilità, si sarebbe ottenuto un ulteriore
sviluppo nel commercio del grano di Rieti, la città sarebbe
stata onorata di ospitare lunico centro dei sperimentazione
sul grano del Paese, e tutto ciò senza che il municipio fosse
costretto ad un aggravio economico.
La proposta, fu accolta allunanimità, non suscitando
però nessun intervento in consiglio comunale, segno evidente
di un certo disinteresse, in ogni caso di una difficoltà
a rapportarsi con quanto stava accadendo dentro i locali di via
Garibaldi dove lavorava Strampelli.
Diverso era il livello di riflessione allinterno del Ministero
di agricoltura, e le sollecitazioni che da questo pervenivano al
comune di Rieti erano legate ad un momento in cui era in atto un
ripensamento generale delle istituzioni agrarie.
Il Ministero di agricoltura chiedeva al parlamento un aumento di
spesa per i propri servizi speciali da 8.713.473,08 lire a 9.178.149.38
lire, e al primo posto delle questioni che sottostavano a tale richiesta
cera proprio la trasformazione dellistituto reatino.
Nella relazione si legge:
Nel 1903 veniva istituita a Rieti, come esperimento, una
cattedra ambulante di granicoltura che in breve tempo ha dato
lusinghieri risultati, tanto da ottenere tra gli altri suoi lavori,
più di 100 ibridi di grani di Rieti, famosi in tutto il
mondo, con varietà italiane e estere.
Lutilità di tali studi, il bisogno di accrescere
e migliorare la produzione frumentaria, hanno consigliato di dar
vita stabile ad un istituto scientifico di grado superiore il
quale con maggiore larghezza di mezzi e con personale proprio,
si occupi delle ricerche e degli studi in riguardo alla coltura
di tutti i cereali in genere.
Il finanziamento previsto per listituto reatino fu di 15.000
lire, e vi si sarebbe fatto fronte diminuendo di pari importo i
finanziamento al cap. 63 con il quale si finanziavano iniziative
indirizzate a combattere le cause della pellagra con un ragionamento
che vale la pensa seguire:
Si potrebbe osservare che a questo ultimo scopo (lotta
alla pellagra) mirano quasi tutti i capitoli di questo bilancio
perché migliorando ed aumentando la produzione agricola,
favorendo lincremento dellindustria e dei commerci,
si combatte il malessere economico, causa della cattiva e insufficiente
alimentazione che produce linfezione pellagrosa. Ma prescindendo
da questa considerazione suscitata dalle parole colle quali si
giustifica la nuova istituzione, è indubitato che una stazione
di granicoltura, in un centro di produzione frumentaria come Rieti,
può concorrere efficacemente a migliorare ed aumentare
la produzione granaria.Fu ricordato altre volte come il nostro
Paese presenta una scarsa produzione in rapporto al suolo coltivato
a frumento. La media produzione granaria, per molteplici ragioni,
non tutte facilmente rimovibili, è in Italia inferiore
a quella di tutti gli altri Paesi: mentre il consumo per laumentata
popolazione e per il miglioramento economico ogni anno si accresce.
Non che con tale presupposto il Ministero di agricoltura ritenesse
superata lesperienza delle cattedre ambulanti, anzi le riteneva
ancor più fondamentali per divulgare i risultati che si sarebbero
raggiunti nei centri sperimentali come quello di Rieti.
E inutile, si sosteneva,
pubblicare questi risultati
nelle effemeridi del Ministero ignote ai più; era necessario
che le cattedre ambulanti diffondano tra gli agricoltori i risultati
acquisiti altrimenti il tutto sarebbe risultato vano.
Si chiedeva un aumento di finanziamento da destinare alle cattedre
ambulanti di almeno 20.000 lire che erano ben poca cosa se si tiene
conto che operavano sul territorio ben 74 istituti di questo genere.
Si ottenne in tal modo il decreto reale che trasformava la cattedra
ambulante di Rieti in Regia stazione sperimentale di granicoltura,
ma ci fu subito una battuta di arresto presso la Corte dei conti
che, basandosi su un provvedimento legislativo del 1904, non ritenne
sufficiente un decreto per la trasformazione, ma un apposita legge.
Listituto reatino continuò quindi a funzionare come
cattedra ambulante, anche se con qualche vantaggio in più
a cominciare dallanticipo globale del finanziamento ministeriale
di 7500 lire che avrebbe coperto solo un semestre in quanto era
credibile che nei mesi successivi si sarebbe potuta varare la legge
istitutiva della stazione sperimentale.
Era quindi solo una questione di tempo, e difatti con la legge del
6 giugno 1907 n.297 (pubblicata nella G.U del 10/6/1907) la cattedra
ambulante di Rieti venne trasformata in Regia stazione sperimentale
di granicoltura.
Vale la pena soffermarsi sulla relazione alla legge fatta dallon.
Melodia non solo per gli aspetti che giustificarono la creazione
di questo istituto a Rieti, ma anche per un altro fattore importante
legato al Rieti originario che si iniziava a mettere in discussione.
Melodia esordì sottolineando un dato di fondo che era quello
dellinsufficienza della produzione granaria italiana in funzione
dei bisogni, tanto che le importazioni di frumento avevano ormai
raggiunto un valore di 200.000 lire annue
Lobiettivo dellistituto che si andava ad istituire a
Rieti era principalmente quello di
contribuire a scemare
questo tributo
Egli sottolineò poi lopera che svolgevano i comizi
agrari, le cattedre ambulanti e altre strutture didattiche in merito
allutilizzo dei concimi chimici e ad un più razionale
utilizzo della meccanica agraria, ma, aggiungeva,
per
la scelta delle sementi ben poco o nulla si è fatto finora
E vero che i singoli coltivatori, o selezionando
le proprie sementi, o acquistandole altrove mostrano dintendere
la grande importanza di una buona scelta, ma questa, salvo rare
eccezioni, si fa empiricamente, e spesso si crede raggiungere
lo scopo, col semplice scambio di semi fra collina e pianura,
o seminando varietà non usate nella regione, con lopinione
che tutto il male venda dalla degenerazione delle varietà
antiche. Lo studio accurato e condotto con rigore scientifico
per una metodica selezione; la creazione a mezzo della fecondazione
artificiale di nuovi tipi resistenti agli assalti parassitari
ed allallettamento adatti ai diversi terreni; che maturino
precocemente, o tardivamente secondo le condizioni dei diversi
climi, finora è stato il Italia molto trascurato.
Poi sottolineò il ritardo italiano in questo senso rispetto
agli altri Paesi sia europei che extraeuropei, e affidava al nuovo
istituto reatino il compito di colmare tale handicap, cosi come
di produrre un aumento di produzione in grado di ridurre il deficit
di produzione, e il conseguente costo per limportazione frumentaria.
Melodia conosceva bene i risultati a cui era giunto Strampelli a
Rieti, e senza temere di esagerare affermo come fosse una
delle poche volte per altro che nella fondazione di un nuovo istituto
si può avere la certezza preventiva che lo scopo a cui esso
tende sarà raggiunto
Rieti era destinata a diventare la Svalöf italica,
e i finanziamenti che fino ad ora erano stati concessi erano del
tutti irrisori rispetto ai risultati che aveva raggiunto Nazareno
Strampelli.
Arrivò quindi ad un passaggio fondamentale nel quale è
forse possibile ravvisare un concetto che Strampelli non avrebbe
mai osato esprimere in prima persona, ed era la messa in discussione
della qualità del Rieti originario:
a tutti è noto che il grano reatino ha la qualità
speciale e pregevolissima di resistere agli attacchi della ruggine.
Da esperimenti fatti è risultato che lo stesso grano seminato
in qualche altra regione dopo una sola riproduzione abbia perduto
questa qualità, ed è stato attaccato dalla ruggine
come i semi locali. Si è detto che la causa di questo fenomeno
bisognava rintracciarla nella mala fede di volgari speculatori,
ma siccome quel seme era indubbiamente venuto da Rieti, ove la resistenza
alla ruggine è generale, bisognerà convenire che pur
facendo la debita parte alla cattiva selezione, non può assolutamente
ammettersi che un seme trasportato in condizioni diverse di terra
e di clima mantenga intatte le sue qualità di origine.
Si era venuta in pratica a creare la contraddittoria situazione
che mentre Rieti accettava di buon grado la trasformazione della
cattedra ambulante in stazione sperimentale, affidandovi ancora
una volta il compito di sviluppare il ruolo del Rieti originario,
listituto nasceva di fatto con lobiettivo di generare
grani alternativi a questo.
La legge previde anche lorganico dellistituto che oltre
la direttore al quale sarebbe stato corrisposto uno stipendio annuo
di 5000 lire, prevedeva 2 assistenti uno dei quali avrebbe guadagnato
1800 lire annue e laltro 1200, e un assistente tecnico con
funzioni di capo-coltivatore a lire 1200 annue.
Il finanziamento annuo venne fissato in lire 15.000, mentre spettava
al comune di Rieti fornire i locali occorrenti e le spese di illuminazione,
riscaldamento e manutenzione degli stessi.
La cattedra ambulante di Rieti uscì quindi dalla dimensione
istituzionale dellinsegnamento e divulgazione agraria, che
per altro non aveva mai praticato, per essere più adeguatamente
collocata nel contesto degli istituti di sperimentazione italiani
che si erano cominciati a diffondere dopo lunità.
Fu il governo Minghenti a dare impulso a queste strutture consentendone
la nascita in modo annesso ai già esistenti laboratori chimici
dipendenti dal Ministero di agricoltura.
Nel 1870 era nata la Stazione sperimentale per la chimica agraria
di Udine, seguita da quella enologica di Gattinara (Vercelli) successivamente
trasferita ad Asti, quella bacologica di Padova, quella casearia
di Lodi, quella crittogamica di Pavia. Fu del 1875 listituzione
della Cattedra sperimentale entomologica di Firenze, e del 1887
quella di patologia vegetale di Roma.
Va detto che il passaggio di questi istituti dal Ministero di agricoltura
al Ministero della pubblica istruzione, fece si che lattività
sperimentale cedesse progressivamente il passo a quella didattica,
fino al punto da diventare semplicemente complementare alla loro
attività
Cera poi il fatto che annettendosi ai laboratori chimici,
e quindi con un personale unicamente preparato in questa direzione,
anche la sperimentazione agronomica fu un fatto del tutto marginale,
a volte del tutto inesistente, a favore della ricerca in laboratorio.
Una vera e propria contraddizione, soprattutto in relazione al fatto
che, come già notava Cuboni nel 1908, se dal 1840 alla seconda
metà del secolo era stata la chimica a contribuire al progresso
scientifico in campo agrario, questa aveva progressivamente lasciato
il posto alla botanica dalla quale ci si aspettavano importanti
risultati.
Il confronto degli istituti italiani con quelli del resto dellEuropa
era decisamente sconfortante.
A Vienna operava una Stazione di battereologia e patologia vegetale
con 68 dipendenti e adeguati laboratori, cosi come annessi alla
scuola superiore di agricoltura esistevano numerosi campi sperimentali
diretti dal prof. Tschermark, uno dei massima artefici dell
ibridismo che con De Vries e Correns aveva ripercorso le leggi mendeliani.
A Budapesth il prof. Istwanfi dirigeva un efficiente istituto ampelografico
nato nel 1902 con adeguati laboratori di chimica enologica e battereologia
della vite.
A Wadeswil, vicino al lago di Zurico, era nato nel 1903 un istituto
nazionale per la frutticoltura e viticoltura.
Sempre nel 1903 era sorta a Hohenheim, in Germania, una importante
stazione di patologia vegetale diretta dal prof. Kirschner, mentre
nel 1905 sarebbe sorta a Berlino una Stazione di biologia agraria
con lo scopo di studiare la fisiologia e patologia vegetale, la
batterelogia e lentomologia agraria.
A Copenaghen esisteva da tempo il celebre laboratorio Carlsberg
diretto dai professori Hansen e Jorgensen, appositamente destinato
alla chimica e fisiologia delle fermentazioni.
In Svezia esistevano importanti centri di ricerca a Stoccolma ,
Upsola oltre alla notissima stazione agraria di Svalöff, mentre
in Olanda a Wageniugen il prof. Ritzema Bof dirigeva una efficiente
stazione sperimentale di patologia vegetale nata nel 1899, non dissimile
da quella che esisteva fin dal 1894 a Gembloux in Belgio.
Nell Italia, dei primi anni del secolo, tranne rarissime eccezioni
dove però, come abbiamo detto, si facevano esami in laboratorio
piuttosto che sperimentazioni sul campo, gli istituti nati nella
seconda metà del XIX secolo sotto la spinta del governo Minghetti
, al di là delle loro denominazioni, erano ridotti a strutture
meramente didattiche indirizzate alla diffusione di quanto già
era noto.
Nei primi anni del novecento, oltre ad aver dotato i laboratori
di chimica agraria di Pisa, Milano e Portici di competenze in campo
di sperimentazione agraria, sorsero le stazioni sperimentali di
Vercelli per la risicoltura (1908), di Acireale per frutticoltura
e agrumicoltura (1907), di Rovigo per la Bieticoltura (1910), di
Crema per la Batteriologia agraria (1914), tutte precedute da quella
per la granicoltura di Rieti del 1907, considerando che in tal senso,
seppur nella veste di cattedra ambulante, questa operava fin dal
1903.
Dopo il primo conflitto mondiale sorsero nel 1919 le stazioni agrarie
sperimentali di Bari , di Reggio Calabria per le essenze e i derivati
agrumari, oltre allIstituto nazionale di genetica per la cerealicoltura
di Roma, che precedette di due anni quello sorto a Bologna..
Nel 1920 sorse a Bergamo la stazione sperimentale per la maiscoltura,
e nello stesso anno quella di Ascoli Piceno per la bachicoltura,
mentre a Milano sorse nel 1919 quella per la meccanica agraria,
e nel 1922 quella per lortofrutticoltura.
A gran parte di questi istituti venivano però congiuntamente
affidate competenze relative allanalisi dei terreni, dei concimi
e dei prodotti agrari, sia per conto dello stato, che di enti agrari
e di industrie legate allagricoltura.
Oltre a ciò, a questi istituti spettava il compito della
sorveglianza sulle frodi nella preparazione dei prodotti legati
allagricoltura, capitolo questo dal quale essi traevano un
significativo introito finanziario che garantiva la loro sopravvivenza.
Di fatto queste attività ancora una volta si sovrapposero
al loro compito principale che era quello della sperimentazione
che, come nel caso degli istituti di prima generazione, divenne
una attività accessoria, spesso inesistente.
Questo problema si pose con forza nel contesto del ruralismo fascista
il quale iniziò a dare alle istituzioni esistenti un più
razionale assetto e, assicurando ad esse i mezzi di sussistenza
necessari, le ricondusse in larga misura agli obiettivi sperimentali
per cui erano nate.
Nel 1923 (d.l 30 dicembre) allinterno del Ministero di agricoltura
e foreste, venne istituita la Fondazione per la sperimentazione
e la ricerca agraria, mentre il Comitato permanente del grano, istituito
con d.l del 4 luglio 1925, vero e proprio centro operativo della
battaglia del grano, utilizzò le stazioni sperimentali, soprattutto
quella di Rieti, come interlocutrici privilegiate per il suo lavoro.
Con la legge del 5 giugno 1930 le stazioni sperimentali vennero
collocate dentro un contesto unico, caratterizzato da una precisa
individuazione dellautonomia tecnico-amministrativa degli
istituti ai quali, non solo venne raddoppiato lorganico e
aumentati i finanziamenti, ma venne sancita la differenziazione
professionale di analista con quella di sperimentatore, che era
stata una delle cause più evidenti del ristagno delloperato
di questi centri.
Quindi gli istituti sperimentali, con una propria personalità
giuridica e una autonomia amministrativa, potevano contare su una
precisa legislazione e su cospicui finanziamenti che oltre dalla
legge in questione, arrivavano dalla Fondazione per la sperimentazione
e ricerca agraria, e dal Comitato permanente per il grano.
Sorsero poi altri centri come la stazione di Lodi per la praticoltura
(1923), quella di Conegliano per la viticoltura e lenologia
(1923), il laboratorio sperimentale di fitopatologia di Torino (1923),
listituto sperimentale zootecnico di Roma (1923), quello zootecnico
e caseario di Torino (1925), la stazione zootecnica di Milano (1928)
quella di floricoltura di San Remo (1925), listituto di frutticoltura
e elettrogenetica di Roma (1926), listituto regionale di Pisa
per la cerealicoltura (1926), quello sempre per la cerealicoltura
della Sicilia (1927), La stazione sperimentale per le piante officinali
del Regio Orto Botanico di Napoli (1928), e si modificarono competenze
a numerosi altri istituti già esistenti.
Tornando all'istituto reatino, la sua trasformazione del 1907 gli
aveva garantito una diversa collocazione giuridica, ma era necessario
aggiungere a questa un più adeguato assetto tecnico e finanziario.
Strampelli lavorava sodo, e i suoi risultati non finivano di sorprendere
ed era quindi logico che le sue richieste trovassero ascolto e risposte
adeguate.
Uno dei principali punti di riferimento di Nazareno Strampelli in
questo periodo fu l' on Antonio Solidati Tiburzi, eletto nel collegio
di Rieti, al quale egli si era già rivolto nel 1909 sia per
sollecitarlo in merito al personale dell' istituto reatino, che
per porgli il problema delle condizioni logistiche degli istituti
sperimentali che egli giudicava "misere" e mancanti
dei
mezzi indispensabili per i loro lavori e i loro studi"
Occorrerà attendere due anni, e ritroviamo Solidati-Tiburzi
come relatore al disegno di legge che estendeva l'azione della Stazione
sperimentale di granicoltura elevandola ad ente autonomo, e dotandola
di un nuovo organico.
Solidati Tiburzi ripercorse per intero liter storico dell'istituto
reatino soffermandosi ancora una volta sulle difficili condizioni
della granicoltura italiana, e del suo ritardo rispetto agli altri
paesi europei,
Le sole esperienze di Strampelli avevano iniziato a dare frutti
significativi ma era assurdo che molti percorsi sperimentali che
Strampelli stava conducendo a Rieti si erano dovuti abbandonare
per mancanza di terreno.
Strampelli aveva sintetizzato a Solidati i risultati raggiunti fino
ad allora nella stazione di Rieti,ed egli li riferii alla Camera
nei seguenti termini:
"Nonostante ciò nelle ricerche di nuove razze o varietà
ogni anno si sono esaminate e studiate molte decine di migliaia
di forme apparse, sia per mutazioni spontanee, sia per disgiunzione
degli ibridi precedentemente ottenuti, allo scopo di scegliere e
sottoporre a coltura le sole degne di lavoro di fissazione. Attualmente
si hanno 1647 forme allo stato di colture spighe e di queste oltre
500 sono per compiere anche esse il terso anno di non disgiunzione
(cioè prossime ad essere dichiarate fisse) le quali nel venturo
anno costituiranno altrettanti punti di partenza di altrettante
colture pedigree. Inoltre le varietà fisse sommano a 796
delle quali 475 sono allo stato di colture famiglie e 321 allo stato
di colture masse occupanti da 25 a 50 mq ciascuna: un totale pertanto
per il corrente anno di 2443 colture.
Ma se lo scarto di quelle varietà, che non opposero una necessaria
resistenza ne alle ruggini ne ad altri parassiti vegetali (che nella
pianura reatina per la eccezionale umidità di questa trovano
l'ambiente più favorevole che altrove per il loro sviluppo)
si poté fare con sicurezza anche coltivando le diverse razze
di frumento su piccole aiole durante e dopo il lavoro di fissazione,
il processo di scelta e eliminazione di esse, in base alla produttività,
non sarebbe consentito, se la regia stazione non disponesse di un
vasto terreno perfettamente omogeneo tale cioè da permettere
la comparazione o il confronto tra loro delle diverse razze ottenute."
Quindi da un lato si sarebbe dovuto acquistare un fondo agricolo
adeguato, e dall'altro l'istituto reatino doveva essere libero di
estendere le sue sperimentazioni in altre località "
ove
per tipiche condizioni di clima e di suolo ( di cui è cosi
avara la nostra penisola) si ritenesse tecnicamente utile fare ricerche
ed esperienze per ottenere frumenti adatti alle diverse regioni
italiane."
Venne cosi acquistato il campo sperimentale di Rieti con un mutuo
di 125.000 lire concesso dalla Cassa depositi e prestiti, e contestualmente
venne data facoltà all'istituto reatino di estendere il suo
lavoro di sperimentazione in altre località italiane.
Anche l'organico venne rivisto, ed esso si componeva ora, oltre
naturalmente a Nazareno Strampelli, di un primo assistente, di due
assistenti, uno di prima e uno di seconda classe, e due capi coltivatori,
uno di prima e l'altro di seconda classe.
L'art.5 della legge specificava come la Stazione di granicoltura
di Rieti era costituita in ente autonomo sotto la vigilanza del
Ministero di agricoltura, e sarebbe stata guidata da un comitato
amministrativo composto da due delegati del governo, uno del comune
di Rieti, del direttore dell'istituto e un delegato di ciascuno
degli altri enti o società o consorzi industriali che avrebbero
contribuito con una cifra annua e continuativa di almeno 1500 lire.
Nacquero cosi il campo sperimentale di Rieti sotto Campomoro di
15 ettari, e quello di Leonessa a circa 1000 metri di altitudine,
particolarmente indirizzato alla ricerca e sperimentazione di frumenti,
orzi e segale adatti alla coltura di montagna.
Nello stesso contesto venne acquisito un fondo agricolo nel Tavoliere
delle Puglie, nei pressi di Foggia, particolarmente indirizzato
allo studio e sperimentazione dei frumenti adatti alla siccità.
Se però Rieti ospitava un istituto di ricerca di rilievo
nazionale, era venuta a perdere una struttura locale di divulgazione
agraria, e la questione la pose con forza Ludovico Potenziani, presidente
del Comizio agrario, comunicando al sindaco che lorganismo
da lui presieduto si era fatto promotore dellistituzione di
una sezione di propaganda da affiancare alla nuova Stazione sperimentale
con programma e funzionamento di una Cattedra Ambulante
di Agricoltura la quale si sarebbe dovuta finanziare con contributi
sia del comune di Rieti che degli altri del mandamento, oltre naturalmente
a quello del Comizio agrario e del Ministero di agricoltura.
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