Il terremoto di Rieti del 28 giugno 1898

La Nazione:

La Nazione 28 29 giugno 1898 p. 1 col. 5

Terremoto a Roma

Roma 28 ore 12,25 Stanotte alle 0,37 avemmo una scossa di terremoto bene avvertita da noi abitanti nei quartieri alti. Però fu meno forte di quella del novembre 1895, e quindi vi fu minore allarme.

Furono veramente due scosse, a quasi insensibile intervallo, nel senso ondulatorio, della durata complessiva di sette secondi. Come al solito molti uscirono dalle  case. Nessun incidente. Il terremoto si sentì più forte a Tivoli.

Terremoto nell’Umbria – Gravi danni a Rieti –

Perugia, 28 – La scorsa alle ore 0,36 vi fu  una forte scossa di terremoto. A Rieti il terremoto ha prodotto gravi danni ai fabbricati. La popolazione atterrita ha abbandonato le case .

Vi furono alcuni feriti. Il Prefetto è partito subito per Rieti.

La Nazione 28 29 giugno 1898 p. 3 col. 5

I danni del terremoto – Morti e feriti

Rieti, 28 – Dopo mezzanotte si è avvertita a Rieti una piccola scossa di terremoto. Verso le ore una si sentì una seconda scossa fortissima ondulatoria della durata di circa nove secondi. Finora non risulta vi sieno case crollate, però quasi tutti i fabbricati sono gravemente danneggiati. La caserma dei carabinieri romase fortemente lesionata e resa inabitabile. Un carabiniere e alcuni cittadini sono rimasti lievemente feriti. La popolazione fuggì tutta all’aperto. In seguito al terremoto nella frazione Castefranco del comune di Rieti è morta una ragazza di otto anni, e gravemente ferita un’altra persona adulta.

Cittaducale, 28 – La scorsa notte alle ore 0,45 in questo circondario fu avvertita una forte scossa di terremoto che produsse danni non lievi ai fabbricati della città. La caserma fu lievemente lesionata. Nessuna disgrazia. Nella frazione di Santarufina si deplorano cinque contadini morti e sette feriti. Nella frazione di Capevello (Lugnano) le case sono ridotte inabitabili. Sei contadini riportarono lievi lesioni. Il maggiore dei carabinieri Romarino è accorso sui luoghi con carabinieri.

… segue Velletri, L’Aquila e Roma

La Nazione 30  giugno 1898 p. 3 col. 2

Il terremoto in Italia Gravi danni – morti e feriti

Rieti 29, Pochissimi fabbricati sono rimasti illesi, come vi telegrafai. Il teatro, il municipio, l’ufficio giudiziario, la Cassa di risparmio, la Cassa agricola, il palazzo Marinelli, Giannotti Ceccotti, la caserma dei carabinieri, le chiese di San Francesco, San Benedetto, il Ricovero di mendicità, la Scuola delle maestre pie, le carceri, sono i fabbricati maggiormente danneggiati. La popolazione abbandonò tutte le case, tra un panico indescrivibile.

Il largo piazzale della stazione, la piazza del Leone, il largo fuori porta Cintia, il piazzale di Porta d’Arce e del Mercato, nonché i giardini, i campi, furono in meno di 10 minuti invasi da persone d’ogni età, sesso e condizione.

I feriti a Rieti sono: il carabiniere Leone Pettalocci, il conte Dosi, il signor Checchino Blasetti e il suo cocchiere, due ragazze e due carcerati.

I morti di Santa Rufina sono i contadini Baldini Angela di anni 36, Pietro di anni 48, Antonio di anni 14 e un nipote, Giulio, di 13 anni; più certo Severino D’Aquino di anni 12.

Il morto di Castelfranco è una bambina di 8 anni, certa Micheli, la cui madre fu ferita gravemente a una gamba. 

La Nazione 30  giugno 1 luglio 1898 p. 3 col. 3

Il terremoto in Italia

Da Rieti giungono notizie sconfortanti sugli effetti del terremoto che continua a farsi sentire.

Parte della popolazione è intenta a costruirsi alloggi provvisori, non essendo possibile abitare nelle case sconquassate e minaccianti rovina.

E’ cominciato il lavoro di appuntella mento ma scarseggia il materiale. Una compagnia del genio sta costruendo delle tende fuori della città. Il pane viene spedito a Rieti da Foligno. Il fabbricante di zucchero da barbabietola, sig. Maraini ha elargito 2000 lire ai suoi operai e ne ha mandate 20 mila al Municipio perché soccorra i più bisognosi.

 

Nuove scosse a Rieti

Rieti, 29 – Stamani si è ripetuta una sensibile scossa di terremoto senza conseguenze, ma che provocò panico nella popolazione.

 

La Nazione 3  luglio 1898 p. 3 col. 5

La generosità del Re per i danneggiati dal terremoto

Roma, 2 – Il Re, penetrato dei gravi danni del terremoto dell’Umbria, specialmente di Rieti, ha fatto porre a disposizione del Prefetto di Perugia lire 25 000 per soccorsi ai più bisognosi fra i colpiti dal disastro.

La Nazione 4  luglio 1898 p. 1 col. 5

Il terremoto a Rieti

La desolata città offre un aspetto stranissimo; tutta la popolazione è attendata, dal vescovo al più umile cittadino. Nella stazione, la notte, i vagoni servono anche essi di ricovero. Intanto il genio militare, che finora dispone di due compagnie, costruisce delle baracche nelle quali la povera gente dovrà stare ricoverata a lungo perché i danni si riscontrano sempre più gravi ad ogni visita.

Il locale della posta e dei telegrafi minaccia ruina e bisognerà provvedere subito al restauro o scegliere altro stabile. Gli edifici già danneggiati ed abbandonati, ebbero il colpo di grazia dalle scosse successive.

Così è pericolante il campanile monumentale del Duomo; i palazzi Canali, Leoni, Marini, Ciavelli, Marcotulli, Ceccotti; della Cassa di Risparmio, della Banca Agricola, il Teatro Vespasiano, sono ora in parte crollati, e ciò che resta dovrà essere demolito!

Non c’è casa che non sia lesa gravemente, la più parte di esse è in uno stato tale che sarà provvidenza il piccone demolitore, mal giovando i puntelli.

Mancavano i viveri, mancavano i soccorsi di cui c’era urgenza, ma vennero solleciti e provvidenza vera fu l’invio fatto dal Ministero di tende, le quali a quest’ora superano il numero di diecimila: questo numero di tende dimostra l’entità del disastro.

Il Ministero provvide pure all’invio di pane dai panifici militari di Foligno e di Roma. Anzi da Foligno venne in tale larghezza che ieri ne rimasero dodici quintali di eccedenza.

Gli studenti del Convitto, i militari, molti volenterosi, lavorano allo sgombero delle macerie, fatica immensa e piena di pericoli fra le case crollanti.

Si studia il salvataggio dei mobili, degli averi, degli abiti e indumenti, perché moltissimi lasciando la loro casa per fuggire all’aperto, vi abbandonarono ogni cosa loro.

E’ una vera gara di attività intelligente e di carità che si svolge a Rieti. Ma il disastro è immenso, e la misera città non ha altro a sperare che nella pietà e nel gran cuore delle sorelle italiane. 

 

La Nazione 6  luglio 1898 p. 3 col. 4

Ultime notizie  - Il cuore del Re

Pelloux e i danneggiati dal terremoto .

Roma 5 ore 18 – Informato dell’entità dei danni prodotti dal terremoto in Sabina, il Re dispose dispose che le 25.000 lire già largite vadano tutte a sollievo dei danneggiati di Rieti e donò altre 15.000 lire, per Cittaducale. Pelloux promise poi ai deputati  Raccuini e Roselli che prima che la Camera si separi, proporrà dei provvedimenti.

 

La Nazione 6 -7 luglio 1898 p. 2 col. 4

Firenze-Rieti

Le nostre corrispondenze da Rieti hanno descritto lo squallore di quella gentile e patriottica città, desolata così terribilmente dal terremoto che non vi ha una sola casa rimasta immune dal disastro.

Desiderosi di offrire un aiuto alla popolazione reatina, per aderire ai desiderii di amici nostri, avremo cura di pubblicare fra breve un numero unico illustrato Firenze Rieti; destinando l’intero provento della vendita a totale beneficio della sventurata città. Siamo sicuri di trovare  in questa iniziativa il più pronto e generoso concorso.

La Nazione 6 -7 luglio 1898 p. 3 col. 3

Per il terremoto in Sabina

Roma, 5 – Stasera avrà luogo la riunione dei sabini residenti in Roma per costituire, come vi ho già annunziato, un Comitato di soccorso per i danneggiati dal terremoto in Rieti ed altri paesi della Sabina. Può ritenersi fin d’ora che la presidenza onoraria del Comitato sarà conferita al minisdtro on. Fortis e la presidenza effettiva al senatore Potenziani.

La Nazione 7 - 8 luglio 1898 p. 3 col. 4

Il disastro di Rieti

Telegrafano da Rieti, 7 – Otto giorni di continuo lavoro non sono stati sufficienti a porre i necessari ripari alle pericolanti case, agli edifici crollanti e tutto ciò per insufficienti mezzi.

Mancano le lunghe travi per il puntellamento, mancano gli operai in gran parte occupati nei lavori della mietitura del frumento.

Per maggiore sventura si riversò sulla città un furioso acquazzone, che peggiorò la già infelice condizione della popolazione ancora attendata in aperta campagna ed in parte allo scoperto per deficienza di tende.

 

La Nazione 8 luglio 1898 p. 3 col. 4

Il terremoto di Rieti - Due milioni di danni. Roma, 7 ore 23,30 – Secondo i calcoli del Genio Militare, i danni del terremoto a Rieti ascenderebbero a due milioni.

 

La Nazione 8 - 9 luglio 1898 p. 3 col. 5

A Rieti. La rovina del terremoto – La vita cittadina sospesa – I provvedimenti necessari

Rieti, 8 ore 18,05 -  Sono arrivato un’ora fa. Le piazze Umberto I, Leone ed altre presentano l’aspetto di un campo di grandi manovre per gli attendamenti e i rifugi dei cittadini.

Tutti gli alberghi sono chiusi per gravi lesioni o per crolli. Perciò anch’io dovrò adattarmi a dormire sotto qualche tenda o in un vagone della ferrovia.

Si vanno costruendo numerose capanne all’aperto anche per impiantarvi dei restauranti.

Al sentimento del terrore è ora subentrato quello di una tristezza infinita. Tutto stringe il cuore. E’ cessata completamente la vita civile. Rarissimi cittadini si vedono per le vie che sono percorse e occupate soltanto da soldati e da pompieri, che attendono alle demolizioni e ai puntellamenti.

Tutte le autorità si adoperano con una solerzia degna della gravità del momento a lenire le conseguenze dell’immenso disastro.

Il comitato di soccorso ha provveduto alle più urgenti necessità.

Si attende con impazienza la decisione di Pelloux e della camera per i provvedimenti e l’acccettazione del progetto di legge. Le autorità si agitano nel senso espresso dalla “Nazione”, e qui lodatissimo, che venga giustamente apprezzato il danno immenso e provvedasi adeguatamente (Alberto Guidi).

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