Il Messaggero:
Il Messaggero 29
giugno 1898 p. 2 col. 3 e 4
Il terremoto di ieri
notte nell’Italia Centrale
A Rieti
Gravi notizie –
L’aspetto della città – Gli attendamenti – I danni rilevantissimi – Le
vittime di Santa Rufina e Castelfranco.
Rieti, 28 – (Nostro
telegramma) Verso mezz’ora dopo mezzanotte fu avvertita in Rieti una
piccola scossa di terremoto. Verso un’ora si sentì una seconda scossa
fortissima, ondulatoria della durata di circa nove secondi. Finora non
risulta che vi siano case crollate. Però quasi tutti i fabbricati furono
gravemente danneggiati. La caserma dei carabinieri è fortemente
lesionata e resa inabitabile. Un carabiniere e alcuni cittadini furono
lievemente feriti.
La popolazione fuggì
tutta all’aperto. In seguito al terremoto nella frazione di Castefranco,
Comune di Rieti, è morta una ragazza di otto anni e rimase gravemente
ferita un’altra persona adulta.
Rieti, 28. –(Nostro
telegr.) (A. Francisci) Durante la notte l’intera cittadinanza invasa da
un panico indicibile è rimasta fuori nelle piazze e nei campi.
Pochissimi fabbricati
sono rimasti incolumi; alcuni corrono gravissimo pericolo di crollare da
un momento all’altro.
Il Teatro, il
municipio, l’ufficio giudiziario, la cassa di risparmio, la cassa
agricola, il palazzo Marinelli, Giannini, Ceccotti, la caserma dei
carabinieri, le chiese di San Francesco, San Benedetto, il ricovero di
mendicità, la scuola delle maestre pie, le carceri, sono i fabbricati
maggiormente danneggiati.
Un secondo di più che
avesse durato la scossa – senza esagerare – Rieti sarebbe rimasta
spianata al suolo.
Per miracolo si ebbero
a verificare soltanto pochi feriti. Parecchie famiglie si trovano
addirittura sul lastrico. Si preparano frattanto gli accampamenti per la
notte ventura, temendo tutti che la scossa debba rinnovarsi. Giunge
notizia che al villaggio di Santa Rufina ci sono 2 feriti e 5 morti.
Si sono recati colà a
prestare soccorso alcuni bravi giovani dell’assistenza pubblica con a
capo l’on. Raccuini e il comandante Bernasconi.
A Castefranco è
crollata la torre e la chiesa. Ebbero a verificarsi un morto e cinque
feriti. A Cittaducale le case sono rimaste assai danneggiate. Vi è un
ferito.
Altri particolari.
Rieti, 28. – (Fran.)
Faccio seguito ai telegrammi con maggiori particolareggiate notizie sul
terremoto della notte scorsa, che per violenza ed effetti non ha in
Rieti riscontro da secoli.
Impossibile
ricostruirvi il pandemonio, il terrore che invase, nel colmo della notte
l’intera città, immersa ad un tratto nel buio, per essersi spenta
completamente la luce elettrica, sotto un cielo tetramente infiammato,
poi plumbeo, minaccioso, tra il crollo di comignoli, di intere pareti,
di tetti, le grida disperate di spaventati, di feriti, di donne, di
bambini, precipitantisi tutti in istrada mezzo vestiti, in camicia, e
qualcuno, tra cui, una ragazza, perfino nudo.
Il largo piazzale della
stazione, la piazza del Leone, il largo fuori di Porta Cintia, il
piazzale di Porta d’Arce e del Mercato, nonché i giardini, i campi,
furono in meno di dieci minuti invasi da persone di ogni età, sesso e
condizione.
Era come un formicolio
irrequieto, imponente di ombre, di spettri viventi, che solo qualche
candela, qualche lume a mano, e poi a poco a poco dei fuochi e delle
torcie, rendevano a fatica riconoscibili tra loro.
I più fortunati furono
i primi cui fu dato penetrare nei locali della stazione, dove, mercè la
gentilezza del capo, signor Pollastrini, poterono ricoverarsi nei
vagoni, e dove io, per la cortesia del bravo impiegato signor Cipriani,
potei subito darvi l’infausta notizia per telegrafo.
Fra i primi cittadini e
le autorità che notai accorsi ad ordinare servizi, aiuti, vigilanza
nell’interno dell’abbandonata città, notai l’on. Raccuini, il cav. Mosca
procuratore del Re, il sindaco, l’avv. Turchi, il tenente dei
carabinieri, i funzionari di P.S. e subito di ritorno da Roma, all’1 ¾
il sottoprefetto.
Non parlo dei militi
dell’assistenza pubblica La Fratellanza i quali col consueto zelo e
coraggio, in breve tutti presenti ed agli ordini dei loro bravi
comandanti, si diedero subito a condurre al sicuro sulle barelle i
poveri malati rimasti in casa ed incapaci di muoversi.
Appena cominciò ad
albeggiare io mi misi subito a scorrere in lungo ed in largo la città
per farmi un’idea esatta delle tracce lasciate dall’inaspettato e
terribile visitatore, ed ebbi purtroppo a notare, che non una casa era
rimasta del tutto libera, ma la maggior parte in condizioni deplorevoli,
ed alcune minacciante di crollare, tanto che in più punti da soldati o
da ostacoli fu vietato il transito.
Pare che il terremoto
abbia avuto la direzione da nord-est a sud-ovest, perché i punti più
danneggiati di Rieti sono in questa direzione; ma dalla casa della
signora Di Guido ormai inabitabile, a quelle dei signori Marinelli,
Vincentini, Cappelletti, Fiocchi, Marroni, Giannini, Martelli, ecc. ai
fabbricati già telegrafativi, dalla caserma di S. Fabiano, all’ospedale,
all’officina di elettricità, alla chiesa di San Francesco, di
Sant’Agostino, dovunque i danni sono incalcolabili.
Ai convitti femminili
di S. Paolo e di S. Benedetto successero, tra quelle povere figliole,
scene di panico indicibili.
Per un vero miracolo,
due signorine di San Benedetto, al Biagi e la Parenzi, non rimasero
schiacciate sotto il materiale della volta, crollata sui loro lettucci.
I morti di Santa Rufina sono i contadini Baldini Angela di anni 36,
Pietro di anni 48, Antonio di anni 14, e un nipote, Giulio, di anni 13;
più certo Severino D’Aquilio di anni 12.
Il morto di
Castelfranco è una bambina di anni 8, certa Micheli, la cui madre fu
ferita gravemente a una gamba.
I provvedimenti del
governo – Le condizioni della città – Altre notizie
Rieti, 28 – (Nostro
telegr.) Urgenza (A. Francisci) E’ giunto in questo momento l’on.
Tittoni, Preftto di Perugia, il quale per ordine del ministero
dell’interno, ha disposto che si provveda immediatamente al soccorso per
le famiglie ridotte sul lastrico. Sono stati concessi all’uopo i
materiali per attendamenti e parecchi vagoni.
Il sindaco, coadiuvato
dall’instancabile on. Raccuini, i pompieri, comandati da Benucci, la
Pubblica Assistenza e altri volenterosi cittadini hanno costituito delle
squadre di vigilanza per la notte vegnente nell’interno della città, la
quale è rimasta deserta. (…)
Le alunne del convitto
comunale, seguendo l’esempio del direttore Vincenzini, fecero nella
notte scorsa prodigi di generosità e di cortesia, offrendo perfino i
loro vestiari ai cittadini seminudi.
Un soldato calabrese
dicevami in questo momento che ha nteso parecchi terremoti, ma non ne
ricorda alcuno come questo.
Nel 1298 a Rieti vi fu
un terribile terremoto che distrusse ogni edifizio. La città rimase un
mucchio di rovine e le vittime furono numerosissime. Tutta la
popolazione teme che questa notte abbia a ripetersi il disastro del
1298. Gli uffici civili e amministrativi e le scuole sono state sospese.
Continua il lavoro di appuntellamento in moltissime case. Notizie da
Torricella, Poggio San Lorenzo, Casaprota e da altri paesi limitrofi
sono egualmente dolorose. Le squadre di ingegneri che hanno visitato la
città non trovarono intatto alcun fabbricato, fatta eccezione del solo
convitto.
A Città Ducale
Città Ducale, 28 –
(Nostro telegr.) Stamane alle ore 0,47 si ebbe una forte scossa di
terremoto in senso sussultorio ed ondulatorio. Grande panico, ma
fortunatamente non si hanno a deplorare vittime, salvo qualche lieve
ferito. Però i fabbricati hanno subito gravi lesioni.
Tra gli altri la
sottoprefettura, l’ufficio del registro, l’agenzia delle imposte ed il
palazzo municipale, ove trovasi anche la pretura.
Tutti i cittadini si
rifugiarono negli orti e nelle campagne circostanti. La storica torre
posta all’ingresso del paese è in parte diroccata. Così pure gravi
lesioni ha subito la torre dell’orologio della piazza Vittorio Emanuele
. La popolazione temendo nella prossima notte una ripetizione si è
accampata in tende e baracche improvvisate. Nella frazione di Santa
Rufina si deplorano cinque contadini morti e sette feriti; ed in quella
di Capovello (Lugnano) le case sono ridotte inabitabili. Sei contadini
riportarono lievi lesioni. Il maggiore dei carabinieri, Ramorino, è
accorso sui luoghi con carabinieri.
Il Messaggero 30
giugno 1898 p. 2 col. 5 e 6
Il terremoto a Rieti.
Altre scosse – L’aspetto della città – Edifici e case pericolanti – Il
panico della popolazione – I soccorsi del governo
Rieti, 29 – (Nostro
telegr.) (Francisci) Alle ore cinque di stamane si sono sentite altre
due scosse sussultorie abbastanza forti con un intervallo di pochi
secondi l’una dall’altra.
Moltissimi cittadini,
che avevano fatto ritorno nelle proprie case sperando che non si
sarebbero verificate più scosse si precipitarono nuovamente fuori le
porte della propria abitazione in preda ad un grande terrore. In seguito
alle nuove scosse, sono caduti parecchi comignoli dai tetti e dalle
terrazze rendendo più grave la condizione di moltissime case già
pericolanti e che fortunatamente erano state abbandonate per prudenza.
Le case dei signori
Vincenti, Maggini, Petoni, Mercatanti, Ciaramelletti, Ceci, Valeri hanno
sofferto gravissime lesioni, specialmente quella di Filippo Marcucci
dove crollarono quattro stanze e altre 21 minacciano di crollare.
Anche parecchi edifici
pubblici sono pure pericolanti e notiamo tra essi l’atrio e la torre
della cattedrale, la chiesa di Santa Agnese e il convento, il convitto
maschile comunale, il seminario, le scuole tecniche e ginnasiali. Dal
palazzo del municipio cadde la campana dell’orologio.
Nelle carceri i
detenuti rimasti feriti sono sei. Altri 20 detenuti sono stati
trasportati questa mattina stessa al carcere al carcere di Spoleto.
Alla fabbrica dello
zucchero cadde uno degli alti comignoli e tre lati del fabbricato sono
molto lesionati.
Il macchinario
fortunatamente non riportò nessun danno.
La fabbrica ha
provveduto tende e baracche per 400 dipendenti, sono caduti anche alcuni
tratti delle antiche mura di cinta della città. (…)
I capitani del genio
Marinelli e Boggio, i tenenti Luzzolino e Palumbo venuti appositamente a
Rieti ispezionano gli edifizi e le case di questa sfortunata città i cui
danni è impossibile calcolare. Sono giunti 100 zappatori, ma manca
tuttora il materiale sufficiente per accampare centinaia di famiglie,
materiale richiesto insistentemente al ministero dal prefetto e dall’on.
Raccuini.
Mentre vi telegrafo
giunge però da Roma notizia che sono state inviate quattromila tende
militari per l’accampamento della popolazione. Si dice pure che sono
stati utilizzati 300 vagoni per ricoverare la gente più povera. Proprio
in questo momento succede uno spaventevole fuggi fuggi dalla cattedrale
perché è corsa la voce di un crollo. (…)
In seguito a fatto, per
ordine delle autorità, sono state chiuse tutte le chiese.
Il palazzo della
prefettura è reso inabitabile. Ai tanti guai si aggiunge la deficienza
del pane. Se ne farà venire dal panificio militare di Foligno e di
Terni.
I lavori di
attendamento – Altri particolari.
Rieti, 29 – (Nostro
telegr.) (Francisci) E’ impossibile descrivere lo spettacolo che offriva
ieri sull’imbrunire il lavoro relativo all’attendamento e al
baraccamento per ogni piazza, e lungo gli ampi viali di
circonvallazione.
Al disordine e allo
spavento della prima notte era succeduta una calma relativa, e allo
splendore della luce elettrica riattivata, tutto quell’ampio
attendamento presentava un aspetto originale.
Il sindaco, il
sotto-prefetto, molti cittadini e un buon numero di monachelle avevano
preso alloggio nei vagoni della stazione, così provvidenziali anche pel
timore della pioggia che un cielo nebuloso, caliginoso e sinistro faceva
temere da un momento all’altro.
Molte famiglie, ripresa
fiducia avevano voluto tornare alle loro case, ma le scossa del mattino
le ha di nuovo ricacciate all’aperto.
Un’altra scossa – Le
pubbliche elargizioni – L’arrivo delle tende – Una cupola crollata
Rieti, 20 – (Francisci)
Stamane alle ore 11 si sentì un’altra scossa, fortunatamente leggiera e
che non ebbe altre conseguenze che quella di rinnovare il panico nella
popolazione.
L’avv. Maraini mise a
disposizione dei suoi operai e in proporzioni dei loro bisogni, 2000
lire, il municipio elargì la somma di 40 mila alle famiglie più
bisognose.
La città di Terni offrì
aiuti e denari.
Sono giunti duemila
teli per tende, inviati dal ministro della guerra. Una parte della
compagnia del genio sarà inviata nei paesi circonvicini, pur essi
danneggiati. Mercè il faticoso lavoro di tutti gli addetti della luce
elettrica, questa sera la città tornerà ad essere regolarmente
illuminata. (…)
E’ crollata la cupola
della chiesa di Sant’Agostino.
Il Messaggero 1
luglio 1898 p. 2 col. 3 e 4
Il Messaggero 2
luglio 1898 p. 2 col. 3 e 4
Il Messaggero 3
luglio 1898 p. 2 col. 4
Il Messaggero 4
luglio 1898 p. 2 col. 4
Il Messaggero 6
luglio 1898 p. 2 col. 4
Il Messaggero 7
luglio 1898 p. 2 col. 4
Rieti, 6. – (Francisci)
Mentre scrivo, ore 8 e ¾, si va da un’ora rovesciando su questa piaga
infelice un vero diluvio d’acqua, con relativi tuoni e lampi. Mancava
anche questa!
Io colsi un brevissimo
intervallo per fare una corsa tra qualche attendamento, ed è facile
immaginare in quale stato li trovai. Molte madri di famiglia, a cui non
è possibile tornare a casa, piangevano, stringendosi allo scarno petto i
bambini, ed osservando le povere masserizie già dall’acqua fortemente
inzuppate.
La pubblica assistenza
accorse con la solita sollecitudine a trasportare nell’abitato e a porre
in luoghi riparati gli ammalati attendati. L’idea da me manifestata ieri
di costruire per i senza casa, delle apposite casette di legno, è, mi
pare, confermata oggi dal fatto, non solo opportuna, ma necessaria. (…)
Altre grandi speranze,
e buona opinione hanno destato le parole del ministro Pelloux in
risposta all’interrogazione fatta dall’on Raccuini, anche a nome
dell’on. Roselli – circa i provvedimenti del governo a nostro favore;
sebbene da una lettera del principe Potenziani al nostro previdente
sindaco, è dato comprendere come dalle relazioni fino ad ora giunte al
ministro dell’interno, questo rimane ancora scettico sull’entità
dell’immenso disastro di Rieti, e tutto ciò perché? Perché per un
secondo o due, ce la siamo cavata, invece di rimanere sotto le crollanti
pareti. (…)
In vista degli abusi a
cui si dava luogo la distribuzione gratuita del pane , per parte di
taluni richiedenti, questa venne momentaneamente sospesa, per studiare
il modo più efficace e sicuro per venire in aiuto dei veramente
bisognosi.
Si sono già demolite in
parte, o per intero, alcune case, e specialmente parecchie pesanti
terrazze, così numerose nella nostra città. Anche del bellissimo palazzo
delle scuole tecniche e ginnasiali, si è già abbattuta una parte
dell’ultimo piano. Prendo occasione per dire che dei locali delle altre
scuole, quelli che stanno ancora in buono stato – o almeno con
leggerissime lesioni – sono il liceo e la scuola normale femminile
Principessa Elena, già San Benedetto.
Il Messaggero 8
luglio 1898 p. 2 col. 3 e 4
Il terremoto a Rieti
Una brutta notte – Il prefetto – L’opera del comitato centrale – soldato
ferito – Notizie varie
Rieti, 7. –
(Francisci). La pioggia torrenziale di ieri, e l’improvviso abbassamento
di temperatura hanno fatto passare una notte ben penosa a quanti sono
ormai obbligati di vivere attendati, sfidando il fresco, l’umidità, con
i relativi reumatismi artriti ecc.
Per fortuna il tempo,
mantenutosi nella nottata sempre minaccioso, stamane pare vada
ristabilendosi.
Il prefetto – che
ripartì iersera per Roma, dove stamane avrà un colloquio col presidente
dei ministri, on. Pelloux, adunò – il comitato di soccorso; e poiché fu
da esso e dai membri di detto comitato manifestato il desiderio di
vedere pubblicato il riassunto delle quotidiane sue adunanze, ed è ciò
utile a tutti, ecco quale fu il primo, nella stessa forma con cui mi
venne comunicato:
“ Alle ore 10 del 6
corrente : in una sala della sottoprefettura si è riunito il comitato
centrale di soccorso ai danneggiati del terremoto. Era presente il
prefetto comm. Tittoni giunto stamane da Perugia, ed ha svolto i criteri
secondo i quali dovrà provvedersi alla distribuzione del sussidio reale
di L. 25.000.
Il sotto-prefetto cav.
Tabanelli ha esposto le condizioni dei comuni del circondario da lui
visitati. A segretario del comitato è stato eletto l’avv. F. Corbelli,
consigliere provinciale, ed a presidente onorario è stato acclamato il
prefetto Tittoni.
Su proposta del
presidente effettivo, marchese Vecchiarelli, il comitato ha deliberato,
con plauso unanime, un voto di profonda gratitudine e reverente omaggio
al re.
Un plauso inoltre
all’esimio comm. Emilio Maraini, consigliere comunale, per la generosa
elargizione di lire diecimila fatta a questo municipio a pro dei
danneggiati dal terremoto.
Quindi il comitato ha
nominato una sottocommissione per accertare quale sussidi sia opportuno
inviare ai comuni del circondario; ha deliberato che i primi sussidi in
Rieti siano erogati in costruzioni di baracche di legno e pei restauri
più urgenti nelle case per le famiglie più povere, ed ha stabilito di
riunirsi tutti i giorni. (…)
Il Messaggero 9
luglio 1898 p. 1 col. 5
Il terremoto – In una
conferenza che l’on. Pelloux ebbe ieri con il collega del tesoro
Vaschelli, fu discussa la questione dei danneggiati del terremoto. Fu
stabilito di diramare le opportune istruzioni ai prefetti e ali
intendenti di finanza per l’applicazione di provvedimenti temporanei per
l’esonero e lo sgravio di tasse e per la sospensione di atti esecutivi a
carico dei debitori morosi.
p. 2 col. 1 e 2
Il terremoto a Rieti –
Un falso allarme - Per la restituzione delle tende – (…) - Firenze a
Rieti – Notizie varie
Rieti, 8. – (Francisci)
Iersera, mentre gran parte della cittadinanza, rassicurata e calma,
aveva fatto ritorno alle proprie case, per ritrovare in esse quel riposo
e quella quiete da tante notti perduti, si sparse – non si sa né come,
né da chi prima partisse – la assurda voce che, secondo telegrammi
giunti dall’osservatorio di Roma, si sarebbe avuta nella notte una nuova
e terribile scossa di terremoto.
In brevi istanti il
panico riprese gli animi non solo del cosiddetto popolino, ma di persone
d’ogni ceto: e non valsero consigli, esortazioni di sorta.
Le piazze, la stazione
furono di nuovo prese d’assalto, e la città rimase nella notte ancora
deserta. Chi in tali momenti approfitta così leggermente, vilmente della
sventura, per farne passatempo al proprio capriccio, non ha certamente
né cuore, né cervello!
Con apposito manifesto
il sindaco invita i cittadini, tornati ad abitare nelle case, a
restituirele tende avute in consegna dal comune. La restituzione a
datare da domani (9), e nei giorni successivi, avverrà nella chiesa di
Sant’Agostino, dalle ore 8 alle ore 12 e dalle 15 alle 19.
Coloro che per
giustificate ragioni continueranno a trattenere le tende presso di loro
dovranno farne domanda al municipio, il quale, previa garanzia,
rilascerà la debita autorizzazione. Saranno denunciati all’autorità
giudiziaria tutti coloro che, entro nil termine di tre giorni, non
avranno effettuata la restituzione suddetta. Il sindaco fa inoltre
appello ai cittadini perché, nell’attuale dolorosa contingenza, non
espongano il comune ad ulteriori spese, trattandosi che esso dovrebbe
rispondere del pagamento di quelle tende, che non venissero restituite.
(…)
Il Messaggero 11
luglio 1898 p. 4 col. 3
Il terremoto a Rieti
Pensando all’avvenire - Per le demolizioni – L’on. Brunialti e le
società ciclistiche – Fiscalità intempestive – Per la licenza liceale.
Rieti, 10. – (Francisci)
Dice benissimo il caro collega Vamba nella sua bella pagina illustrata
nel Don Chisciotte di questa mani, e dedicata a Rieti: “Io vorrei che
questa sventura servisse a qualche cosa: … Ora con tanti terremoti e
tanti studi è civilmente inammissibile che le città più soggette a tali
fenomeni si trovino oggi deboli nella lotta e impreparate come nei
secoli fa, e non abbiano, dopo tante prove passate, scelto un sistema
edilizio che le metta in grado di affrontare col minor danno possibile
l’ora del cimento.”
E la sventura dunque
toccataci serva a preservarci da altre, e renda finalmente questa plaga
ridentissima d’Italia, questa vetusta e ricca città, il più
possibilmente, tetragona ai colpi del terremoto. (…)
Ecco intanto le
avvertenze sindacali relative alle demolizioni.
Il sindaco avverte i
proprietari:
Che i lavori di
demolizione di logge, tetti ed altro debbono essere eseguiti con tutte
le regole d’arte, per impedire qualsiasi disgrazia, e per non arredare
danno alle condutture elettriche. Che i rottami e calcinacci a cura dei
proprietari stessi siano trasportati alla località di scarico sulla
strada nuova, nel tratto tra il nuovo ponte e la strada provinciale del
Salto. Che qualunque danno alle condutture elettriche sarà a carico di
coloro che lo avranno procurato, e che per quanto concerne gli sgombri
del materiale di demolizione, provvederà il comune a spese degli
interessati. (…)
Il ministro della I.
P., esaudendo alfine i generali e giustissimi desiderii, concesse che
anche gli esami di licenza liceale abbiano principio il 18 corrente, e
quelli di ammissione e promozione il 19.
Meno male.
Il Messaggero 15
luglio 1898 p. 2 col. 2
Echi del terremoto a
Rieti
Rieti, 14. – (Francisci)
Per parte del sindaco, mi venne assicurato che domani (15) si metterà
mano alla costruzione – non di baracche – ma di vere casette di legno,
rispondenti alle esigenze di igiene e della vita civile.
I punti principali dove
queste casette sorgeranno – e nel più breve tempo possibile – sono:
Il largo della
stazione, il piazzale di porta Cintia, le falde del colle Potenziani
(fuori porta d’Arce) e la ridente collina di Sant’Antonio fuori del
borgo omonimo.
E così avremo, per
qualche tempo, come due città, l’una – l’antica, la forte Reate – in
demolizione; l’altra – la nuova, di legno – in costruzione. (…)
Il papa inviò L. 3000
al vescovo della città, monsignore Quitarelli, perché vadano a favore
dei danneggiati dal terremoto.
Il Messaggero 18
luglio 1898 p. 2 col. 2
Echi del terremoto a
Rieti (…)
Rieti, 17. – (Francisci)
La commissione cittadina incaricata – come scrissi ieri – dal comitato
di soccorso di verificare quali siano le case di facile restaurazione e
di proprietari impossibilitati pel momento di ripararle , è composta dei
seguenti signori:
On. Raccuini, il quale
verificherà il rione Borgo e via Verdura – cav. Giovanni Stoli, per via
Nuova, via Ripresa, via di Mezzo e via S. Liberatore e adiacenze – cav.
Rosati Colarieti Antonio, per le vie Pellicceria, San Francesco e vicoli
adiacenti – avv. David Deli per le vie Garibaldi e Pozzi – avv. Cav.
Cesare Blasetti, per le vie S. Ruffo e S. Carlo – cav Gaetano Filippi,
per le vie Terenzio Varrone, S. Agnese e Pennina. (…)
Il Messaggero 20
luglio 1898 p. 2 col. 2
Echi del terremoto a
Rieti
Rieti, 19. – (Francisci)
Giovedì venturo si adunerà il Consiglio comunale per discutere e
approvare alcuni provvedimenti che proporrà la Giunta relativi alle
conseguenze e ai danni materiali arrecati alla città dal terremoto. Tra
questi provvedimenti vi è quello di nominare un architetto veramente di
vaglia- precisamente come proposi già io nel Messaggero del 17 corr. –
al quale venga affidato lo studio e la direzione di un nuovo ed
opportuno piano regolatore della nostra città. (…)
La partenza della
compagnia del genio riuscì ieri, affettuosissima, commovente.
Alla stazione, per
salutare quei bravi ragazzi, e i loro degni ufficiali, ed a tributare un
segno della gratitudine di Rieti, oltre moltissimi cittadini eravi
pure in corpo la Giunta comunale con a capo l’egregio sindaco marchese
Vecchiarelli e i vigili.
Furono serviti al
ristorante della stazione vini, liquori, sigari ecc. ed al muoversi
del treno fu un solo grido di Viva Rieti, Viva i nostri fratelli! (…)
Ed ai solerti ed
intelligenti vigili, ed alle squadre operaie è ora affidato il
proseguimento dei lavori di appuntella menti o demolizioni che si
dovranno ancora eseguire.
I lavori di riparazione
nell’interno della casa del signor Marino Matricardi, hanno rimesso
alla luce una piccola nicchia a muro con un affresco rappresentante il
Crocifisso in mezzo a S. Giovanni ed alla Vergine, che si ritiene opera
pregevole della fine del 300.
Ecco forse un regalo
che il terremoto, insieme ai danni, ha recato al Matricardi.
L’inchiesta
dell’intendente di finanza per lo sgravio delle imposte.
Perugia, 18. –
(Diogene) Il nostro intendente di finanza avv. Cav. Giandomenico
Bruscalupi, non appena ebbe sentore dei gravissimi danni subiti dalla
cittadinanza di Rieti in seguito al terremoto, con lodevole
sollecitudine inviò sul posto un intendente di finanza con incarico di
verificare i fabbricati danneggiati per i conseguenti sgravi
dell’imposta.
Eguale mandato conferì
d’urgenza all’ingegnere capo del locale ufficio tecnico di finanza.
Da un sommario ed
approssimativo risultato delle indagini tecniche praticate dagli egregi
due suddetti funzionari apparisce, salvo i definitivi accertamenti, che
dei circa duemila fabbricati che costituiscono la città di Rieti, quasi
il 10 per cento si è reso assolutamente inservibile, e quasi il 15 per
cento lo è solo in parte.
Saranno quindi più di
cinquecento i fabbricati che del tutto o parzialmente dovranno essere
sgravati della imposta. (…)
Il Messaggero 21
luglio 1898 p. 4 col. 2
Echi del terremoto
Rieti, 20. – (Francisci)
Siamo dunque entrati finalmente nel periodo delle risoluzioni pratiche.
Ne è prova l’importante manifesto che il comitato centrale di soccorso
renderà oggi pubblico.
“In seguito alle
comunicazioni fatte dall’on. Raccuini, circa i provvedimenti del governo
relativi ai danni arrecati a Rieti e circondario dal recente terremoto,
il presidente del comitato centrale di soccorso invita tutti coloro che
credono aver diritto al mutuo di favore per far fronte esclusivamente
alle riparazioni dei danni prodotti dal terremoto alle case di loro
proprietà a farne domanda scritta al comitato di soccorso entro otto
giorni da oggi (20), indicando l’ammontare approssimativo dei danni
stessi.
Possono pure produrre
relativa domanda al comitato – sempre allo scopo di riparare ai danni
del terremoto – i proprietari che per le loro condizioni economiche
credono di poter usufruire di qualche sussidio.
Gl’interessati dovranno
indicare con chiarezza il loro nome, cognome, paternità, domicilio,
nonché la contrada e il numero civico degli stabili da riattarsi. E’
desiderabile che, allo scopo di facilitare al comitato il necessario
controllo, i singoli danneggiati corredino la domanda della perizia dei
lavori da eseguirsi.
Si avverte infine che
decorsi inutilmente i suindicati termini di otto giorni s’intenderà
abbiano rinunciato al mutuo di favore ed al sussidio, tutti coloro che
non avran presentato al comitato analoga domanda. Il presidente V.
Vecchiarelli”
Ed ora ecco (…) quali
sono i definitivi provvedimenti presi in nostro favore dal governo e di
cui si accenna nel principio del surriportato manifesto:
“ 1. Sgravio totale e
parziale delle imposte pei fabbricati, resi inabitabili in tutto o in
parte;
2. Revisione parziale
dei redditi dei fabbricati, quando i loro redditi sieno eliminati di
almeno un terzo.
3. Sgravio totale del
reddito di ricchezza mobile ai contribuenti privati delle categorie B e
C (esercenti industrie, commerci e professionali) i quali possano
dimostrare che il reddito è venuto a mancare completamente a causa del
terremoto.
4. Riduzione del
reddito agli esercenti industrie, commerci e professioni, ai quali il
reddito si diminuito per la causa stessa.
Per quanto concerne poi
la concessione di mutui ai comuni, corpi morali e privati, si proporrà,
occorrendo, un progetto di legge inteso a regolare il concorso dello
Stato nel pagamento di una quota degl’interessi , e le altre
disposizioni analoghe, come si è praticato in altri casi consimili.
Intanto stimo opportuno
di significarle che i comuni e corpi morali potranno fin d’ora ottenere,
alle condizioni normali, mutui dalla Cassa dei depositi e prestiti.
Infine, per quanto ha
tratto ai più poveri si cercherà di venire in loro aiuto il meglio che
si potrà”
Continuano ad arrivare
carovane di operai, falegnami e muratori, nella lusinga di trovare
subito lavoro, ma, purtroppo, la maggior parte rimane delusa, poiché,
per ora, le braccia degli operai cittadini sono ancora sufficienti. (…)
Il Messaggero 23
luglio 1898 p. 4 col. 2
Echi del terremoto a
Rieti
Rieti, 21. – (Francisci)
Mancava il crollo di un’altra parte interna del monumentale palazzo del
municipio, avvenuto ieri (…) per terminare di convincere anche i più
ottimisti e scettici che se non si vogliono per forza altre disgrazie e
maggiori (…) è necessario non procrastinare nemmeno di un giorno il
lavoro di demolizione non solo di detto fabbricato, ma di parecchi altri
che ormai non sono – ad onta di infiniti puntelli – che una continua
minaccia alla pelle dei cittadini così miracolosamente salvata 25 giorni
fa. (…)
Il Messaggero 24
luglio 1898 p. 2 col. 3
Echi del terremoto a
Rieti
Rieti, 23. –
(Francisci) E’ terminato lo sgombero completo di tutti i locali del
cadente palazzo municipale, e provvisoriamente gli uffici principali
furono trasferiti al bellissimo palazzo del marchese G.B. Vincentini,
nella vicina piazza delle Erbe.
Lunedì o martedì
incominceranno i lavori di demolizione del vecchio fabbricato
municipale. (…)
Il Messaggero 25
luglio 1898 p. 2 col. 2
Echi del terremoto a
Rieti. Il rinvenimento di un cadavere
Rieti, 24. – (Francisci)
(…) Nella chiesa di S. Francesco – che come a suo tempo rilevai - è una
delle più danneggiate dal terremoto – i vigili stavano facendo ieri i
lavori di appuntellamento all’interno quando sotto il pulpito,
accortisi che la parete risuonava, la sfondarono e rinvennero nel muro
vuoto una cassa da morto di legno, con dentro un cadavere di donna ,
avvolta in abito di seta, quest’ultimo ben conservato e che dimostrava
appartenere a nobile signora. Sparsasi in un baleno la voce di questo
rinvenimento, fu subito un accorrere di gente di ogni età, sesso e
condizione, che gridava al miracolo, attribuendo a questa disturbata,
misera spoglia, qualità e nomi sacri.
Dopo breve ora, e
quando intervenne l’autorità non rimaneva del povero scheletro che il
teschio e pochi altri resti, perché, o per curiosità o per devozione
tutti avevano voluto recar seco un ricordo del… miracoloso
avvenimento!Avvenimento del resto - per chi ragiona – molto naturale e
comune, a ogni volta che si fanno lavori di una certa importanza nelle
antiche chiese, un tempo, come ognuno sa, adibite anche a sepolture.
Un’altra casa che per
le bruttissime condizioni in cui si trova, desta serie apprensioni, è
quella del signor Giovanni Ciancarelli. E ieri si dovette sgomberare
anche il negozio di moda e cappelleria della vedova Antozzi, la quale
(…) ora non sa più dove rimpiantare le sue tende, tanto ormai è grande
la penuria di locali servibili. (…)
Il Messaggero 29
luglio 1898 p. 2 col. 1
Echi del terremoto a
Rieti. Le deliberazioni del Consiglio comunale (…)
Rieti, 29. – (Francisci)
I nostri padri coscritti, dopo un mese dalla notte del disastro, hanno
ritrovato il modo di adunarsi – iersera- ed ecco quali furono le
principali deliberazioni prese:
1.
Si affida alla Giunta il
mandato per la nomina di un bravo ingegnere architetto il quale studierà
tutti quei provvedimenti più opportuni – non escluso un nuovo piano
regolatore della città – relativi ai lavori di demolizione e di
ricostruzione.
2.
Si delibera la rifusione
del dazio, da farsi dal municipio, per i materiali tutti da
ricostruzione, che verranno introdotti per i lavori esclusivamente
inerenti ai danni del terremoto.
3.
Si approva la
soppressione totale del dazio sopra la pozzolana – purché di buona
qualità.
Dei provvedimenti
governativi si riparlerà quando sarà finito lo spoglio delle domande di
mutui di favore e di sussidi. (…)
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