Il terremoto di Rieti del 28 giugno 1898

Il Messaggero:

Il Messaggero 29 giugno 1898 p. 2 col. 3 e 4

Il terremoto di ieri notte nell’Italia Centrale

A Rieti

Gravi notizie – L’aspetto della città – Gli attendamenti – I danni rilevantissimi – Le vittime di Santa Rufina e Castelfranco.

Rieti, 28 – (Nostro telegramma) Verso mezz’ora dopo mezzanotte fu avvertita in Rieti una piccola scossa di terremoto. Verso un’ora si sentì una seconda scossa fortissima, ondulatoria della durata di circa nove secondi. Finora non risulta che vi siano case crollate. Però quasi tutti i fabbricati furono gravemente danneggiati. La caserma dei carabinieri è fortemente lesionata e resa inabitabile. Un carabiniere e alcuni cittadini furono lievemente feriti.

La popolazione fuggì tutta all’aperto. In seguito al terremoto nella frazione di Castefranco, Comune di Rieti, è morta una ragazza di otto anni e rimase gravemente ferita un’altra persona adulta.

Rieti, 28. –(Nostro telegr.) (A. Francisci) Durante la notte l’intera cittadinanza invasa da un panico indicibile è rimasta fuori nelle piazze e nei campi.

Pochissimi fabbricati sono rimasti incolumi; alcuni corrono gravissimo pericolo di crollare da un momento all’altro.

Il Teatro, il municipio, l’ufficio giudiziario, la cassa di risparmio, la cassa agricola, il palazzo Marinelli, Giannini, Ceccotti, la caserma dei carabinieri, le chiese di San Francesco, San Benedetto, il ricovero di mendicità, la scuola delle maestre pie, le carceri, sono i fabbricati maggiormente danneggiati.

Un secondo di più che avesse durato la scossa – senza esagerare – Rieti sarebbe rimasta spianata al suolo.

Per miracolo si ebbero a verificare soltanto pochi feriti. Parecchie famiglie  si trovano addirittura sul lastrico. Si preparano frattanto gli accampamenti per la notte ventura, temendo tutti che la scossa debba rinnovarsi. Giunge notizia che al villaggio di Santa Rufina ci sono 2 feriti e 5 morti.

Si sono recati colà a prestare soccorso alcuni bravi giovani dell’assistenza pubblica con a capo l’on. Raccuini e il comandante Bernasconi.

A Castefranco è crollata la torre e la chiesa. Ebbero a verificarsi un morto e cinque feriti. A Cittaducale le case sono rimaste assai danneggiate. Vi è un ferito.

Altri particolari.

Rieti, 28. – (Fran.) Faccio seguito ai telegrammi con maggiori particolareggiate notizie sul terremoto della notte scorsa, che per violenza ed effetti non ha in Rieti riscontro da secoli.

Impossibile ricostruirvi il pandemonio, il terrore che invase, nel colmo della notte l’intera città, immersa ad un tratto nel buio, per essersi spenta completamente la luce elettrica, sotto un cielo tetramente infiammato, poi plumbeo, minaccioso, tra il crollo di comignoli, di intere pareti, di tetti, le grida disperate di spaventati, di feriti, di donne, di bambini, precipitantisi tutti in istrada mezzo vestiti, in camicia, e qualcuno, tra cui, una ragazza, perfino nudo.

Il largo piazzale della stazione, la piazza del Leone, il largo fuori di Porta Cintia, il piazzale di Porta d’Arce e del Mercato, nonché i giardini, i campi, furono in meno di dieci minuti   invasi da persone di ogni età, sesso e condizione.

Era come un formicolio irrequieto, imponente di ombre, di spettri viventi, che solo qualche candela, qualche lume a mano, e poi a poco a poco dei fuochi e delle torcie, rendevano a fatica riconoscibili tra loro.

I più fortunati furono i primi cui fu dato penetrare  nei locali della stazione, dove, mercè la gentilezza del capo, signor Pollastrini, poterono ricoverarsi nei vagoni, e dove io, per la cortesia del bravo impiegato signor Cipriani, potei subito darvi l’infausta notizia per telegrafo.

Fra i primi cittadini e le autorità che notai accorsi ad ordinare servizi, aiuti, vigilanza nell’interno dell’abbandonata città, notai l’on. Raccuini, il cav. Mosca procuratore del Re, il sindaco, l’avv. Turchi, il tenente dei carabinieri, i funzionari di P.S. e subito di ritorno da Roma, all’1 ¾ il sottoprefetto.

Non parlo dei militi dell’assistenza pubblica La Fratellanza i quali col consueto zelo e coraggio, in breve tutti presenti ed agli ordini dei loro bravi comandanti, si diedero subito a condurre al sicuro sulle barelle i poveri malati rimasti in casa ed incapaci di muoversi.

Appena cominciò ad albeggiare io mi misi subito a scorrere in lungo ed in largo la città per farmi un’idea esatta delle tracce lasciate dall’inaspettato e terribile visitatore, ed ebbi purtroppo a notare, che non una casa era rimasta del tutto libera, ma la maggior parte in condizioni deplorevoli, ed alcune minacciante di crollare, tanto che in più punti da soldati o da ostacoli fu vietato il transito.

Pare che il terremoto abbia avuto la direzione da nord-est a sud-ovest, perché i punti più danneggiati di Rieti sono in questa direzione; ma dalla casa della signora Di Guido ormai inabitabile, a quelle dei signori Marinelli, Vincentini, Cappelletti, Fiocchi, Marroni, Giannini, Martelli, ecc. ai fabbricati già telegrafativi, dalla caserma di S. Fabiano, all’ospedale, all’officina di elettricità, alla chiesa di San Francesco, di Sant’Agostino, dovunque i danni sono incalcolabili.

Ai convitti femminili di S. Paolo e di S. Benedetto successero, tra quelle povere figliole, scene di panico indicibili.

Per un vero miracolo, due signorine di San Benedetto, al Biagi e la Parenzi, non rimasero schiacciate sotto il materiale della volta, crollata sui loro lettucci. I morti di Santa Rufina sono i contadini Baldini Angela di anni 36, Pietro di anni 48,  Antonio di anni 14, e un nipote, Giulio, di anni 13; più certo Severino D’Aquilio di anni 12.

Il morto di Castelfranco è una bambina di anni 8, certa Micheli, la cui madre fu ferita gravemente a una gamba.

 

I provvedimenti del governo – Le condizioni della città – Altre notizie

Rieti, 28 – (Nostro telegr.) Urgenza (A. Francisci) E’ giunto in questo momento l’on. Tittoni, Preftto di Perugia, il quale per ordine del ministero dell’interno, ha disposto che si provveda immediatamente al soccorso per le famiglie ridotte sul lastrico. Sono stati concessi all’uopo i materiali per attendamenti e parecchi vagoni.

Il sindaco, coadiuvato dall’instancabile on. Raccuini, i pompieri, comandati da Benucci, la Pubblica Assistenza e altri volenterosi cittadini hanno costituito delle squadre di vigilanza per la notte vegnente nell’interno della città, la quale è rimasta deserta. (…)

Le alunne del convitto comunale, seguendo l’esempio del direttore Vincenzini, fecero nella notte scorsa prodigi di generosità e di cortesia, offrendo perfino i loro vestiari ai cittadini seminudi.

Un soldato calabrese dicevami in questo momento che ha nteso parecchi terremoti, ma non ne ricorda alcuno come questo.

Nel 1298 a Rieti vi fu un terribile terremoto che distrusse ogni edifizio. La città rimase un mucchio di rovine e le vittime furono numerosissime. Tutta la popolazione teme che questa notte abbia a ripetersi il disastro del 1298. Gli uffici civili e amministrativi e le scuole sono state sospese. Continua il lavoro di appuntellamento in moltissime case. Notizie da Torricella, Poggio San Lorenzo, Casaprota e da altri paesi limitrofi sono egualmente dolorose. Le squadre di ingegneri che hanno visitato la città non trovarono intatto alcun fabbricato, fatta eccezione del solo convitto.

A Città Ducale

Città Ducale, 28 – (Nostro telegr.) Stamane alle ore 0,47 si ebbe una forte scossa di terremoto in senso sussultorio ed ondulatorio. Grande panico, ma fortunatamente non si hanno a deplorare vittime, salvo qualche lieve ferito. Però i fabbricati hanno subito gravi lesioni.

Tra gli altri la sottoprefettura, l’ufficio del registro, l’agenzia delle imposte ed il palazzo municipale, ove trovasi anche la pretura.

Tutti i cittadini si rifugiarono negli orti e nelle campagne circostanti. La storica torre posta all’ingresso del paese è in parte diroccata. Così pure gravi lesioni ha subito la torre dell’orologio della piazza Vittorio Emanuele . La popolazione temendo nella prossima notte una ripetizione si è accampata in tende e baracche improvvisate. Nella frazione di Santa Rufina si deplorano cinque contadini morti e sette feriti; ed in quella di Capovello (Lugnano) le case sono ridotte inabitabili. Sei contadini riportarono lievi lesioni. Il maggiore dei carabinieri, Ramorino, è accorso sui luoghi con carabinieri.

 

Il Messaggero 30 giugno 1898 p. 2 col. 5 e 6

Il terremoto a Rieti. Altre scosse – L’aspetto della città – Edifici e case pericolanti – Il panico della popolazione – I soccorsi del governo

Rieti, 29 – (Nostro telegr.) (Francisci) Alle ore cinque di stamane si sono sentite altre due scosse sussultorie abbastanza forti con un intervallo di pochi secondi l’una dall’altra.

Moltissimi cittadini, che avevano fatto ritorno nelle proprie case sperando che non si sarebbero verificate più scosse si precipitarono nuovamente fuori le porte della propria abitazione in preda ad un grande terrore. In seguito alle nuove scosse, sono caduti parecchi comignoli dai tetti e dalle terrazze rendendo più grave la condizione di moltissime case già pericolanti e che fortunatamente erano state abbandonate per prudenza.

Le case dei signori Vincenti, Maggini, Petoni, Mercatanti, Ciaramelletti, Ceci, Valeri hanno sofferto gravissime lesioni, specialmente quella di Filippo Marcucci dove crollarono quattro stanze e altre 21 minacciano di crollare.

Anche parecchi edifici pubblici sono pure pericolanti e notiamo tra essi l’atrio e la torre della cattedrale, la chiesa di Santa Agnese e il convento, il convitto maschile comunale, il seminario, le scuole tecniche e ginnasiali. Dal palazzo del municipio cadde la campana dell’orologio.

Nelle carceri i detenuti rimasti feriti sono sei. Altri 20 detenuti sono stati trasportati questa mattina stessa al carcere al carcere di Spoleto.

Alla fabbrica dello zucchero cadde uno degli alti comignoli e tre lati del fabbricato sono molto lesionati.

Il macchinario fortunatamente non riportò nessun danno.

La fabbrica ha provveduto tende e baracche per 400 dipendenti, sono caduti anche alcuni tratti delle antiche mura di cinta della città. (…)

I capitani del genio Marinelli e Boggio, i tenenti Luzzolino e Palumbo venuti appositamente a Rieti ispezionano gli edifizi e le case di questa sfortunata città i cui danni è impossibile calcolare. Sono giunti 100 zappatori, ma manca tuttora il materiale sufficiente per accampare centinaia di famiglie, materiale richiesto insistentemente al ministero dal prefetto e dall’on. Raccuini.

Mentre vi telegrafo giunge però da Roma notizia che sono state inviate quattromila tende militari per l’accampamento della popolazione. Si dice pure che sono stati utilizzati 300 vagoni per ricoverare la gente più povera. Proprio in questo momento succede uno spaventevole fuggi fuggi dalla cattedrale perché è corsa la voce di un crollo. (…)

In seguito a fatto, per ordine delle autorità, sono state chiuse tutte le chiese.

Il palazzo della prefettura è reso inabitabile. Ai tanti guai si aggiunge la deficienza del pane. Se ne farà venire dal panificio militare di Foligno e di Terni.

I lavori di attendamento – Altri particolari.

 

Rieti, 29 – (Nostro telegr.) (Francisci) E’ impossibile descrivere lo spettacolo che offriva ieri sull’imbrunire il lavoro relativo all’attendamento e al baraccamento per ogni piazza, e lungo gli ampi viali di circonvallazione.

Al disordine e allo spavento della prima notte era succeduta una calma relativa, e allo splendore della luce elettrica riattivata, tutto quell’ampio attendamento presentava un aspetto originale.

Il sindaco, il sotto-prefetto, molti cittadini e un buon numero di monachelle avevano preso alloggio nei vagoni della stazione, così provvidenziali anche pel timore della pioggia che un cielo nebuloso, caliginoso e sinistro faceva temere da un momento all’altro.

Molte famiglie, ripresa fiducia avevano voluto tornare alle loro case, ma le scossa del mattino le ha di nuovo ricacciate all’aperto.

 

Un’altra scossa – Le pubbliche elargizioni – L’arrivo delle tende – Una cupola crollata

Rieti, 20 – (Francisci) Stamane alle ore 11 si sentì un’altra scossa, fortunatamente leggiera e che non ebbe altre conseguenze che quella di rinnovare il panico nella popolazione.

L’avv. Maraini mise a disposizione dei suoi operai e in proporzioni dei loro bisogni, 2000 lire, il municipio elargì la somma di 40 mila alle famiglie più bisognose.

La città di Terni offrì aiuti e denari.

Sono giunti duemila teli per tende, inviati dal ministro della guerra. Una parte della compagnia del genio sarà inviata nei paesi circonvicini, pur essi danneggiati. Mercè il faticoso lavoro di tutti gli addetti della luce elettrica, questa sera la città tornerà ad essere regolarmente illuminata. (…)

E’ crollata la cupola della chiesa di Sant’Agostino.

 

Il Messaggero 1 luglio 1898 p. 2 col. 3 e 4 

Il Messaggero 2 luglio 1898 p. 2 col. 3 e 4 

Il Messaggero 3 luglio 1898 p. 2 col. 4

Il Messaggero 4 luglio 1898 p. 2 col. 4

Il Messaggero 6 luglio 1898 p. 2 col. 4

Il Messaggero 7 luglio 1898 p. 2 col. 4

Rieti, 6. – (Francisci) Mentre scrivo, ore 8 e ¾, si va da un’ora rovesciando su questa piaga infelice un vero diluvio d’acqua, con relativi tuoni e lampi. Mancava anche questa!

Io colsi un brevissimo intervallo per fare una corsa tra qualche attendamento, ed è facile immaginare in quale stato li trovai. Molte madri di famiglia, a cui non è possibile tornare a casa, piangevano, stringendosi allo scarno petto i bambini, ed osservando le povere masserizie già dall’acqua fortemente inzuppate.

La pubblica assistenza accorse con la solita sollecitudine a trasportare nell’abitato e a porre in luoghi riparati gli ammalati attendati. L’idea da me manifestata ieri di costruire per i senza casa, delle apposite casette di legno, è, mi pare, confermata oggi dal fatto, non solo opportuna, ma necessaria. (…)

Altre grandi speranze, e buona opinione hanno destato le parole del ministro Pelloux in risposta all’interrogazione fatta dall’on Raccuini, anche a nome dell’on. Roselli – circa i provvedimenti del governo a nostro favore; sebbene da una lettera del principe Potenziani  al nostro previdente sindaco, è dato comprendere come dalle relazioni  fino ad ora giunte al ministro dell’interno,  questo rimane  ancora scettico sull’entità dell’immenso disastro di Rieti, e tutto ciò perché?  Perché per un secondo o due, ce la siamo cavata, invece di rimanere sotto le crollanti pareti. (…)

In vista degli abusi a cui si dava luogo la distribuzione gratuita del pane , per parte di taluni richiedenti, questa venne momentaneamente sospesa, per studiare il modo più efficace e sicuro per venire in aiuto dei veramente bisognosi.

Si sono già demolite in parte, o per intero, alcune case, e specialmente parecchie pesanti terrazze, così numerose nella nostra città. Anche del bellissimo palazzo delle scuole tecniche e ginnasiali, si è già abbattuta una parte dell’ultimo piano. Prendo occasione per dire che dei locali delle altre scuole, quelli che stanno ancora in buono stato – o almeno con leggerissime lesioni – sono il liceo  e la scuola normale femminile Principessa Elena, già San Benedetto.

 

Il Messaggero 8 luglio 1898 p. 2 col. 3 e 4

Il terremoto a Rieti Una brutta notte – Il prefetto – L’opera del comitato centrale – soldato ferito – Notizie varie

Rieti, 7. – (Francisci). La pioggia torrenziale di ieri, e l’improvviso abbassamento di temperatura hanno fatto passare una notte ben penosa a quanti sono ormai obbligati di vivere attendati, sfidando il fresco, l’umidità, con i relativi reumatismi artriti ecc.

Per fortuna il tempo, mantenutosi nella nottata sempre minaccioso, stamane pare vada ristabilendosi.

Il prefetto – che ripartì iersera per Roma, dove stamane avrà un colloquio col presidente dei ministri, on. Pelloux, adunò – il comitato di soccorso; e poiché fu da esso e dai membri di detto comitato manifestato il desiderio di vedere pubblicato il riassunto delle quotidiane sue adunanze, ed è ciò utile a tutti, ecco quale fu il primo, nella stessa forma con cui mi venne comunicato:

“ Alle ore 10 del 6  corrente : in una sala della sottoprefettura si è riunito il comitato centrale di soccorso ai danneggiati del terremoto. Era presente il prefetto comm. Tittoni giunto stamane da Perugia, ed ha svolto i criteri secondo i quali dovrà provvedersi alla distribuzione del sussidio reale di L. 25.000.

Il sotto-prefetto cav. Tabanelli ha esposto le condizioni dei comuni del circondario da lui visitati. A segretario del comitato è stato eletto l’avv. F. Corbelli, consigliere provinciale, ed a presidente onorario è stato acclamato il prefetto Tittoni.  

Su proposta del presidente effettivo, marchese Vecchiarelli, il comitato ha deliberato, con plauso unanime, un voto di profonda gratitudine e reverente omaggio al re.

Un plauso inoltre all’esimio comm. Emilio Maraini, consigliere comunale, per la generosa elargizione di lire diecimila fatta a questo municipio a pro dei danneggiati dal terremoto.

Quindi il comitato ha nominato una sottocommissione per accertare quale sussidi sia opportuno inviare ai comuni del circondario; ha deliberato che i primi sussidi in Rieti siano erogati in costruzioni di baracche di legno e pei restauri più urgenti nelle case per le famiglie più povere, ed ha stabilito di riunirsi tutti i giorni. (…)

Il Messaggero 9 luglio 1898 p. 1 col. 5

Il terremoto – In una conferenza che l’on. Pelloux  ebbe ieri con il collega del tesoro Vaschelli, fu discussa la questione dei danneggiati del terremoto. Fu stabilito di diramare le opportune istruzioni ai prefetti e ali intendenti di finanza per l’applicazione di provvedimenti temporanei per l’esonero e lo sgravio di tasse e per la sospensione di atti esecutivi a carico dei debitori morosi.

p. 2 col. 1 e 2

Il terremoto a Rieti – Un falso allarme  - Per la restituzione delle tende – (…) - Firenze a Rieti – Notizie varie

Rieti, 8. – (Francisci) Iersera, mentre gran parte della cittadinanza, rassicurata e calma, aveva fatto ritorno alle proprie case, per ritrovare in esse quel riposo e quella quiete da tante notti perduti, si sparse – non si sa né come,  né da chi prima partisse – la assurda voce che, secondo telegrammi giunti dall’osservatorio di Roma, si sarebbe avuta nella notte una nuova e terribile scossa di terremoto.

In brevi istanti il panico riprese gli animi non solo del cosiddetto popolino, ma di persone d’ogni ceto: e non valsero consigli, esortazioni di sorta.

Le piazze, la stazione furono di nuovo prese d’assalto, e la città rimase nella notte ancora deserta. Chi in tali momenti approfitta così leggermente, vilmente della sventura, per farne passatempo al proprio capriccio, non ha certamente né cuore, né cervello!

Con apposito manifesto il sindaco invita i cittadini, tornati ad abitare nelle case, a restituirele tende avute in consegna dal comune. La restituzione a datare da domani (9), e nei giorni successivi, avverrà nella chiesa di Sant’Agostino, dalle ore 8 alle ore 12 e dalle 15 alle 19.

Coloro che per giustificate ragioni continueranno a trattenere le tende presso di loro dovranno farne domanda al municipio, il quale, previa garanzia, rilascerà la debita autorizzazione. Saranno denunciati all’autorità giudiziaria tutti coloro che, entro nil termine di tre giorni, non avranno effettuata la restituzione suddetta. Il sindaco fa inoltre appello ai cittadini perché, nell’attuale dolorosa contingenza, non espongano il comune ad ulteriori spese, trattandosi che esso dovrebbe rispondere  del pagamento di quelle tende, che non venissero restituite. (…)

 

Il Messaggero 11 luglio 1898 p. 4 col. 3

Il terremoto a Rieti Pensando all’avvenire  - Per le demolizioni – L’on. Brunialti e le società ciclistiche – Fiscalità intempestive – Per la licenza liceale.

Rieti, 10. – (Francisci) Dice benissimo il caro collega Vamba nella sua bella pagina illustrata nel Don Chisciotte di questa mani, e dedicata a Rieti: “Io vorrei che questa sventura servisse a qualche cosa: … Ora con tanti terremoti e tanti studi è civilmente inammissibile che le città  più soggette a tali fenomeni si trovino oggi deboli nella lotta  e impreparate come nei secoli fa, e non abbiano, dopo tante prove passate, scelto un sistema edilizio che le metta in grado di affrontare col minor danno possibile l’ora del cimento.”

E la sventura dunque toccataci serva a preservarci da altre, e renda finalmente questa plaga ridentissima d’Italia, questa vetusta e ricca città, il più possibilmente, tetragona ai colpi del terremoto.  (…)

Ecco intanto le avvertenze sindacali relative alle demolizioni.

Il sindaco avverte i proprietari:

Che i lavori di demolizione di logge, tetti ed altro debbono essere eseguiti con tutte le regole d’arte, per impedire qualsiasi disgrazia, e per non arredare danno alle condutture elettriche. Che i rottami e calcinacci a cura dei proprietari stessi siano trasportati alla località di scarico sulla strada nuova,  nel tratto tra il nuovo ponte e la strada provinciale del Salto. Che qualunque danno alle condutture elettriche sarà a carico di coloro che lo avranno procurato, e che per quanto concerne gli sgombri del materiale di demolizione, provvederà il comune a spese degli interessati. (…)

Il ministro della I. P., esaudendo alfine i generali e giustissimi desiderii, concesse che anche gli esami di licenza liceale abbiano principio il 18 corrente, e quelli di ammissione e promozione il 19.

Meno male.

 

Il Messaggero 15 luglio 1898 p. 2 col. 2

Echi del terremoto a Rieti

Rieti, 14. – (Francisci) Per parte del sindaco, mi venne assicurato che domani (15) si metterà mano alla costruzione – non di baracche – ma di vere casette di legno, rispondenti alle esigenze di igiene e della vita civile.

I punti principali dove queste casette sorgeranno – e nel più breve tempo possibile – sono:

Il largo della stazione, il piazzale di porta Cintia, le falde del colle Potenziani (fuori porta d’Arce) e la ridente collina di Sant’Antonio fuori del borgo omonimo.

E così avremo, per qualche tempo, come due città, l’una – l’antica, la forte Reate – in demolizione; l’altra – la nuova, di legno – in costruzione.  (…)

Il papa inviò L. 3000 al vescovo della città, monsignore Quitarelli, perché vadano a favore dei danneggiati dal terremoto.

 

Il Messaggero 18 luglio 1898 p. 2 col. 2

Echi del terremoto a Rieti (…)

Rieti, 17. – (Francisci) La commissione cittadina incaricata – come scrissi ieri – dal comitato di soccorso di verificare quali siano le case di facile restaurazione e di proprietari impossibilitati pel momento di ripararle , è composta dei seguenti signori:

On. Raccuini, il quale verificherà il rione Borgo e via Verdura – cav. Giovanni Stoli, per via Nuova, via Ripresa, via di Mezzo e via S. Liberatore e adiacenze – cav. Rosati Colarieti Antonio, per le vie Pellicceria, San Francesco e vicoli adiacenti – avv. David Deli  per le vie Garibaldi e Pozzi – avv. Cav. Cesare Blasetti, per le vie S. Ruffo e S. Carlo – cav Gaetano Filippi, per le vie Terenzio Varrone, S. Agnese e Pennina. (…)

 

Il Messaggero 20 luglio 1898 p. 2 col. 2

Echi del terremoto a Rieti

Rieti, 19. – (Francisci) Giovedì venturo si adunerà il Consiglio comunale per discutere e approvare alcuni provvedimenti che proporrà la Giunta relativi alle conseguenze e ai danni materiali arrecati alla città dal terremoto. Tra questi provvedimenti vi è quello di nominare un architetto veramente di vaglia- precisamente come proposi già io nel Messaggero del 17 corr. – al quale venga affidato lo studio e la direzione di un nuovo ed opportuno piano regolatore della nostra città.  (…)

La partenza della compagnia del genio riuscì ieri, affettuosissima, commovente.

Alla stazione, per salutare quei bravi ragazzi, e i loro degni ufficiali, ed a tributare un segno della gratitudine di Rieti, oltre moltissimi cittadini eravi  pure  in corpo la Giunta comunale con a capo l’egregio sindaco marchese Vecchiarelli e i vigili.

Furono serviti al ristorante della stazione vini, liquori,  sigari  ecc. ed al muoversi del treno fu un solo grido di Viva Rieti, Viva i nostri fratelli! (…)

Ed ai solerti ed intelligenti vigili, ed alle squadre operaie è ora affidato il proseguimento dei lavori di appuntella menti o demolizioni che si dovranno ancora eseguire.

I lavori di riparazione nell’interno della casa del signor Marino Matricardi, hanno rimesso alla   luce una piccola nicchia a muro con un affresco rappresentante il Crocifisso in mezzo a S. Giovanni ed alla Vergine, che si ritiene opera pregevole della fine del 300.

Ecco forse un regalo che il terremoto, insieme ai danni, ha recato al Matricardi.

 

L’inchiesta dell’intendente di finanza per lo sgravio delle imposte.

Perugia,  18. – (Diogene) Il nostro intendente di finanza avv. Cav. Giandomenico Bruscalupi, non appena ebbe sentore dei gravissimi danni subiti dalla cittadinanza di Rieti in seguito al terremoto, con lodevole sollecitudine inviò sul posto un intendente di finanza con incarico di verificare i fabbricati danneggiati per i conseguenti sgravi dell’imposta.

Eguale mandato conferì d’urgenza all’ingegnere capo del locale ufficio tecnico di finanza.

Da un sommario ed approssimativo risultato delle indagini tecniche praticate dagli egregi due suddetti funzionari apparisce, salvo i definitivi accertamenti, che dei circa duemila fabbricati che costituiscono la città di Rieti, quasi il 10 per cento si è reso assolutamente inservibile, e quasi il 15 per cento lo è solo in parte.

Saranno quindi più di cinquecento i fabbricati che del tutto o parzialmente dovranno essere sgravati della imposta. (…)

 

Il Messaggero 21 luglio 1898 p. 4 col. 2

Echi del terremoto

Rieti, 20. – (Francisci) Siamo dunque entrati finalmente nel periodo delle risoluzioni pratiche. Ne è prova l’importante manifesto che il comitato centrale di soccorso renderà oggi pubblico.

“In seguito alle comunicazioni fatte dall’on. Raccuini, circa i provvedimenti del governo relativi ai danni arrecati a Rieti e circondario dal recente terremoto, il presidente del comitato centrale di soccorso invita tutti coloro che credono aver diritto al mutuo di favore per far fronte esclusivamente alle riparazioni dei danni prodotti dal terremoto alle case di loro proprietà a farne domanda scritta al comitato di soccorso entro otto giorni da oggi (20), indicando l’ammontare approssimativo dei danni stessi.

Possono pure produrre relativa domanda al comitato – sempre allo scopo di riparare ai danni del terremoto – i proprietari che per le loro condizioni economiche credono di poter usufruire di qualche sussidio.

Gl’interessati dovranno indicare con chiarezza il loro nome, cognome, paternità, domicilio, nonché la contrada e il numero civico degli stabili da riattarsi. E’ desiderabile che, allo scopo di facilitare al comitato il necessario controllo, i singoli danneggiati corredino la domanda della perizia dei lavori da eseguirsi.

Si avverte infine che decorsi inutilmente i suindicati termini di otto giorni s’intenderà abbiano rinunciato al mutuo di favore ed al sussidio, tutti coloro che non avran presentato al comitato analoga domanda. Il presidente V. Vecchiarelli”

 

Ed ora ecco (…) quali sono i definitivi provvedimenti presi in nostro favore dal governo e di cui si accenna nel principio del surriportato manifesto:

“ 1. Sgravio totale e parziale delle imposte pei  fabbricati, resi inabitabili in tutto o in parte;

2. Revisione  parziale dei redditi dei fabbricati, quando i loro redditi sieno eliminati di almeno un terzo.

3. Sgravio totale del reddito di ricchezza mobile  ai contribuenti privati delle categorie B e C (esercenti industrie, commerci e professionali)  i quali possano dimostrare che il reddito è venuto a mancare completamente a causa del terremoto.

4. Riduzione del reddito agli esercenti industrie, commerci e professioni, ai quali il reddito si diminuito per la causa stessa.

Per quanto concerne poi la concessione di mutui ai comuni, corpi morali e privati, si proporrà, occorrendo, un progetto di legge inteso a regolare il concorso dello Stato nel pagamento di una quota degl’interessi , e le altre disposizioni analoghe, come si è praticato in altri casi consimili.

Intanto stimo opportuno di significarle che i comuni e corpi morali potranno fin d’ora ottenere, alle condizioni normali, mutui dalla Cassa dei depositi e prestiti.

Infine, per quanto ha tratto ai più poveri si cercherà di venire in loro aiuto il meglio che si potrà”

Continuano ad arrivare carovane di operai, falegnami e muratori, nella lusinga di trovare subito lavoro, ma, purtroppo, la maggior parte rimane delusa, poiché, per ora, le braccia degli operai cittadini sono ancora sufficienti. (…) 

 

Il Messaggero 23 luglio 1898 p. 4 col. 2

Echi del terremoto a Rieti

Rieti, 21. – (Francisci) Mancava il crollo di un’altra parte interna del monumentale palazzo del municipio, avvenuto ieri (…) per  terminare di convincere anche i più ottimisti e scettici che se non si vogliono per forza altre disgrazie e maggiori (…) è necessario non procrastinare nemmeno di un giorno il lavoro di demolizione non solo di detto fabbricato, ma di parecchi altri che ormai non sono – ad onta di infiniti puntelli – che una continua minaccia alla pelle dei cittadini così miracolosamente salvata 25 giorni fa. (…)

 

Il Messaggero 24 luglio 1898 p. 2 col. 3

Echi del terremoto a Rieti

Rieti, 23. – (Francisci) E’ terminato lo sgombero completo di tutti i locali del cadente palazzo municipale, e provvisoriamente gli uffici principali furono trasferiti al bellissimo palazzo del marchese G.B. Vincentini, nella vicina piazza delle Erbe.

Lunedì o martedì incominceranno i lavori di demolizione del vecchio fabbricato municipale. (…) 

 

Il Messaggero 25 luglio 1898 p. 2 col. 2

Echi del terremoto a Rieti. Il rinvenimento di un cadavere

Rieti, 24. – (Francisci) (…) Nella chiesa di S. Francesco – che come a suo tempo rilevai  - è una delle più danneggiate dal terremoto – i vigili stavano facendo ieri i lavori di appuntellamento  all’interno quando sotto il pulpito, accortisi che la parete risuonava, la sfondarono e rinvennero nel muro vuoto una cassa da morto di legno, con dentro un cadavere di donna , avvolta in abito di seta, quest’ultimo ben conservato e che dimostrava appartenere a nobile signora.  Sparsasi in un baleno la voce di questo rinvenimento, fu subito un accorrere di gente di ogni età, sesso e condizione, che  gridava al miracolo, attribuendo a questa disturbata, misera spoglia, qualità e nomi sacri.

Dopo breve ora, e quando intervenne l’autorità non rimaneva del povero scheletro che il teschio e pochi altri resti, perché, o per curiosità o per devozione tutti avevano voluto recar seco un ricordo del… miracoloso avvenimento!Avvenimento del resto  - per chi ragiona – molto naturale e comune, a ogni volta che si fanno lavori di una certa importanza nelle antiche chiese, un tempo, come ognuno sa, adibite anche a sepolture.

Un’altra casa che per le bruttissime condizioni in cui si trova, desta serie apprensioni, è quella del signor Giovanni Ciancarelli. E ieri si dovette sgomberare anche il negozio di moda e cappelleria della vedova Antozzi, la quale (…) ora non sa più dove rimpiantare le sue tende, tanto ormai è grande la penuria di locali servibili. (…)

 

Il Messaggero 29 luglio 1898 p. 2 col. 1

Echi del terremoto a Rieti. Le deliberazioni del Consiglio comunale  (…)

Rieti, 29. – (Francisci) I nostri padri coscritti, dopo un mese dalla notte del disastro, hanno ritrovato il modo di adunarsi – iersera- ed ecco quali furono le principali deliberazioni prese:

1. Si affida alla Giunta il mandato per la nomina di un bravo ingegnere architetto il quale studierà tutti quei provvedimenti più opportuni – non escluso un nuovo piano regolatore della città – relativi ai lavori di demolizione e di ricostruzione.

2. Si delibera la rifusione del dazio, da farsi dal municipio, per i materiali tutti da ricostruzione, che verranno introdotti per i lavori esclusivamente inerenti ai danni del terremoto.

3. Si approva la soppressione totale del dazio sopra la pozzolana – purché di buona qualità.

Dei provvedimenti governativi si riparlerà quando sarà finito lo spoglio delle domande di mutui di favore e di sussidi. (…)

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