Il terremoto di Rieti del 28 giugno 1898

Introduzione

E’ noto che la storia non è mai stata maestra di vita, e questo appare in tutta evidenza nel caso dei terremoti e in genere di tutto l’orizzonte degli eventi disastrosi legati all’ambiente.

Si è continuato a costruire, e soprattutto a costruire male, lì dove una precisa ciclicità storica rendeva la possibilità di un nuovo evento sismico qualcosa di più che probabile.

Si è continuato ad invadere con il cemento i letti dei fiumi, a strappare pezzi di terra alle montagne, ad edificare lì dove l’evidenza geologica consigliava di non farlo.

Ogni volta la natura ha continuato a ricordarci che ciò che stavamo facendo era sbagliato, e lo ha fatto mettendoci nel  conto centinaia, a volte migliaia di vite umane.

Davanti ad ogni evento sismico l’atteggiamento della coscienza collettiva non si è discostata di molto dalla suggestiva, quanto inutile recita della preghiera medievale “...a terrae mutu libera non Domine”. Oggi magari si aprono indagini per vedere di rintracciare chi aveva costruito cosi male questo o quell’edificio, per tentare in qualche modo di rintracciare qualche colpevole di disastri che imporrebbero ben altri approcci.

Giusto farlo per carità, giusto inviare alle patrie galere chi ha composto il cemento con la sabbia, o ha lucrato sul ferro delle strutture portanti, ma è un’inutile illusione immaginare di poterci affrancare da responsabilità più profonde davanti ad un evento sismico.

Occorre fare altro, sapere dove si può o non si può costruire; sapere che in quella determinata zona è possibile costruire solo con determinati parameri altrimenti si deve impedire di farlo.

Per far questo occorre però conoscere il nostro territorio, e conoscere alla perfezione quanto è accaduto in passato perché questo resta uno dei percorsi privilegiati per tentare di capire quanto potrà accadere in futuro.

E’ in questo contesto che si colloca questo lavoro di Salvatore Paolini svolto nell’ambito dei programmi dell’ENEA al quale l’Archivio di Stato di Rieti ha cercato contribuire al meglio.

Un’indagine precisa e circostanziata sul terremoto di Rieti del 1898 del quale sono state ripercorse le varie tappe sia dell’evento che degli interventi che ad esso sono seguiti.

Dai documenti originali in massima parte inediti, è stato possibile ricostruire con esattezza l’entità del sisma che fino ad ora era conosciuto solo per le cronache giornalistiche e per qualche pur preziosa descrizione di osservatori del tempo.

Qui invece sono stati individuati e resi noti i documenti originali che testimoniano con esattezza l’entità del fenomeno sismico, e i danni che ha provocato.

Inevitabilmente la documentazione raccolta è testimone anche di tutti gli altri aspetti legati ad un evento di questo genere che incide profondamente non solo sull’assetto edilizio di una città, ma, inevitabilmente, anche su quello sociale, economico e psicologico.

Un bel contributo quindi destinato ad essere fruito non solo dal mondo degli addetti ai lavori del settore sismologico, ma anche da quello di altri settori, da quello urbanistico a quello storico-sociale, senza trascurare il forte potenziale didattico che può avere nel mondo della scuola.

Roberto Lorenzetti

Direttore dell’Archivio di Stato di Rieti

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