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L'ISTRUZIONE A RIETI NELLA PRIMA META' DELL'OTTOCENTO
 

 Caduto l’impero napoleonico e restaurato il governo pontificio, Pio VII  con il Motu Proprio del 6 luglio 1816, dette avvio ad un grandioso processo di riforma amministrativa dello Stato ponendo le premesse per un futuro rinnovamento anche nel campo della pubblica istruzione  preannunciando infatti che si sarebbero formati quanto prima leggi e regolamenti per le scuole. Fu nominata pertanto una congregazione cardinalizia deputata a studiare queste riforme che, allo scopo di disegnare un quadro completo della situazione esistente,  promosse censimenti su tutto il territorio dello Stato. Si inviarono così in ogni diocesi, moduli prestampati affinchè i vescovi vi raccogliessero informazioni precise, riportando, per ogni comune, dati sul numero e sul tipo di scuole esistenti, sui maestri, sulle risorse economiche e anche proposte da suggerire. Come risposta a questi censimenti troviamo una interessante statistica su le comunità soggette di Rieti e della Sabina: non esisteva un unico tipo di scuola, ma una molteplicità di scuole, ognuna facente capo a se stessa, per la maggior parte scuole rette da congregazioni religiose e da Maestre pie Venerini, o scuole comunali. Esse seguivano tutte sistemi antiquati, senza che un principio generale le unisse in un organismo unitario, nel quale lo Stato potesse attuare la sua funzione educatrice. Tornando alla vicenda della riforma sugli studi, la congregazione cardinalizia deputata a studiare queste riforme, dopo un intenso lavoro preparatorio che si protrasse per alcuni anni, elaborò per l’appunto un “Metodo generale di pubblica istruzione per lo Stato Pontificio” che, redatto nel 1819,  non fu però mai promulgato. Alla morte di Pio VII, il suo successore Leone XII, riprese in mano la situazione e nominò una nuova congregazione  la quale, ripartendo dalle risoluzioni contenute nel Metodo suddetto, dopo un lungo lavoro di revisione, elaborarò il documento che sfociò nella costituzione Quod divina sapientia”. Emanata da Leone XII, con una bolla del 28 agosto 1824,  poneva le basi per un vasto piano di riforma dell’istruzione, intendendo uniformare l’insegnamento pubblico; era incentrata soprattutto sulle università, mentre conteneva solo alcune disposizioni riguardanti i gradi inferiori di istruzione. Fra le principali innovazioni figurava l’ istituzione della Sacra Congregazione degli studi, quale organo supremo direttivo di tutta l’attività della pubblica istruzione nello Stato della Chiesa, i cui componenti di diritto erano le più alte cariche dello stato. La creazione di un organo centralizzato, con competenze normative e di controllo su tutto il sistema scolastico, rifletteva in pieno quelle che erano le aspirazioni della politica restauratrice del governo. L’avvento al soglio pontificio di Leone XII segnò infatti l’avvio di una politica sempre più tesa ad esasperare i presupposti religiosi del dominio temporale, quindi a mantenere il carattere clericale del governo. Ed è con questo clima che il papa indisse il giubileo del 1825. L’istruzione nello Stato pontificio rimase così regolata dalla Congregazione degli studi, dal 1824 fino alla completa annessione dello Stato pontificio al Regno d’Italia, nel settembre 1870. Ci fu soltanto una parentesi, nel 1849, quando la Repubblica romana, nella sua pur breve esistenza, tentò di avviare un processo di rinnovamento in senso modernizzatore dello Stato, operando attraverso una riorganizzazione  di settori e di strutture che investì tutta l’amministrazione pubblica. Le riforme avviate nel campo della pubblica istruzione mirarono infatti a sottrarla alla giurisdizione ecclesiastica  e ricondurla sotto la direzione del governo repubblicano che, come prima cosa,  decretò che  “ ….  la giurisdizione dei vescovi sopra le università e le scuole è abolita” . Il governo repubblicano, attraverso i suoi progetti, lasciava trasparire la convinzione che l’istruzione fosse uno strumento indispensabile di progresso e di civiltà, per questo doveva essere garantita al maggior numero possibile di cittadini. Ma caduta la Repubblica romana e restaurato il governo pontificio, tutto tornò come prima e la pubblica istruzione fu ricondotta sotto la giurisdizione delle autorità episcopali che purtroppo inasprirono i toni. Fu istituito in ogni diocesi un consiglio di censura, nominato e presieduto da un vescovo, con facoltà di indagare sulla condotta e sulle idee degli insegnanti, con facoltà di sospendere o licenziare gli insegnanti di ogni scuola, esclusi naturalmente quelli dei seminari vescovili perché appartenenti agli ordini religiosi. Detto controllo riguardò anche i libri di testo. Anche gli altri regolamenti che seguirono a vario titolo, comunque non mutarono più di tanto l’impostazione del vecchio sistema scolastico, né furono scalfiti il particolarismo e la frammentazione che lo avevano fino ad allora segnato e per quanto con Leone XII la pubblica istruzione fosse migliorata rispetto al passato, non si può negare che ancora molto rimaneva da fare.

A cura del gruppo di lavoro coordinato da Liana Ivagnes

 

 

1817 aprile 2, Roma

 

LETTERA CIRCOLARE N. 953 DELLA SACRA CONGREGAZIONE DEL BUON GOVERNO

 

Si invitano i delegati apostolici delle province dello Stato pontificio, a  presentare un piano particolare dello stato dei fondi, dei locali, dei mezzi che hanno o che possono proporre relativamente all’educazione o all’istruzione dei rispettivi distretti, sottolineando la necessità di cooperare per “i  vantaggi della gioventù che tanto abbisogna ”.

ASRi, Delegazione Apostolica, b. 1027.

 

[1817]

 

STATO  DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE A RIETI

 

Come risposta alla lettera circolare n. 953, troviamo un interessante documento sullo stato della pubblica istruzione di Rieti e Sabina. Dalla stima di questi dati risultano censite 115 comunità, delle quali solo 49 dotate di uno o due maestri : solo in 10 di queste,  veniva praticata anche l’istruzione femminile grazie alle Maestre Pie; a Rieti risulta esistere un Ginnasio pubblico. 

ASRi, Delegazione Apostolica, b. 1027.

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1816, Rieti

 

STATUTO DELLE SCUOLE PUBBLICHE DI RIETI

 

Il Liceo comunale nasce nel 1816 composto da quattro classi; visto il gran numero di iscritti ne fu istituita una quinta nel 1821. Il Sacchetti, illustre storico reatino,  affermava che “il Liceo prosperava sempre più e grandi erano i frutti che si avevano per l’istruzione della gioventù reatina”. Nel 1829 il magistrato informava il consiglio comunale che il Liceo contava ormai 220 alunni, dei quali 90 erano nella sola prima classe, in quella cioè che” maggiormente interessa e che è di maggior utile ai  cittadini di ogni ceto perché si impara a leggere e scrivere”.

ASRi, Archivio comunale Rieti, Cancelleria, n. 271.

 

1816, Rieti

 

STATUTO DELLE SCUOLE PUBBLICHE DI RIETI

 

Il Liceo comunale nasce nel 1816 composto da quattro classi; visto il gran numero di iscritti ne fu istituita una quinta nel 1821. Il Sacchetti, illustre storico reatino,  affermava che “il Liceo prosperava sempre più e grandi erano i frutti che si avevano per l’istruzione della gioventù reatina”. Nel 1829 il magistrato informava il consiglio comunale che il Liceo contava ormai 220 alunni, dei quali 90 erano nella sola prima classe, in quella cioè che” maggiormente interessa e che è di maggior utile ai  cittadini di ogni ceto perché si impara a leggere e scrivere”.

ASRi, Archivio comunale Rieti, Cancelleria, n. 271.

 

1823 novembre 7, Rieti

 

REGOLAMENTO DELLE SCUOLE PUBBLICHE DEL GINNASIO REATINO

 

Regolamento a stampa allegato allo statuto delle scuole pubbliche del Ginnasio reatino, emanato in seguito alla riunione, tenutasi il 3 novembre 1823, dalla deputazione comunale con il  Gonfaloniere di Rieti. Vi sono prescritti i programmi dell’istruzione primaria, distribuita su 5 classi: nella prima,  scuola di calligrafia, si insegna a leggere e scrivere, nella seconda la grammatica inferiore, nella terza grammatica superiore, nella quarta umanità e nella quinta si insegna retorica.

ASRi, Archivio comunale Rieti, Cancelleria, n. 271.

 

1824, Roma

 

REGOLAMENTO DEGLI STUDI EMANATO IN VIRTU’ DELLA BOLLA DI LEONE XII

 

Frontespizio del libro stampato nella Libreria della Reverenda camera apostolica che riporta in originale il regolamento degli studi in seguito alla bolla leonina “Quod Divina sapientia”.

Il libro, disposto su due colonne, contiene il testo originale in latino e a fronte la traduzione. Il regolamento è incentrato soprattutto sulle università e contiene solo alcune disposizioni riguardanti i gradi inferiori dell’istruzione.

ASRi, Biblioteca, coll. I  11.

 

1824, Roma

 

REGOLAMENTO DEGLI STUDI EMANATO IN VIRTU’ DELLA BOLLA DI LEONE XII

 

Frontespizio del libro stampato nella Libreria della Reverenda camera apostolica che riporta in originale il regolamento degli studi in seguito alla bolla leonina “Quod Divina sapientia”.

Il libro, disposto su due colonne, contiene il testo originale in latino e a fronte la traduzione. Il regolamento è incentrato soprattutto sulle università e contiene solo alcune disposizioni riguardanti i gradi inferiori dell’istruzione.

ASRi, Biblioteca, coll. I  11.

 

1845 gennaio 20, Longone

 

AVVISO DEL COMUNE DI LONGONE PER L’ELEZIONE DEl MAESTRO DI SCUOLA

 

Il priore anziano invita a presentare istanza per ricoprire l’incarico di maestro di scuola resosi vacante. Tra i candidati selezionati  dal consiglio comunale, la procedura prevedeva che l’approvazione finale spettasse al vescovo. Il maestro di scuola era quasi sempre un sacerdote che oltre a svolgere il servizio dell’istruzione ai fanciulli, aveva anche il compito di cappellano, cioè di ausilio al parroco nelle funzioni religiose, come si legge da questo documento.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1033

 

1847 aprile 24, Roma

 

CIRCOLARE DELLA SACRA CONGREGAZIONE DEGLI STUDI

 

Circolare inviata ai vescovi per esprimere un giudizio sull’opportunità di erigere scuole notturne a vantaggio della “gioventù artiera”.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1035

 

1847 aprile 24, Roma

 

CIRCOLARE DELLA SACRA CONGREGAZIONE DEGLI STUDI

 

Circolare inviata ai vescovi per esprimere un giudizio sull’opportunità di erigere scuole notturne a vantaggio della “gioventù artiera”.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1035

 

1847 ottobre 5, Poggio Moiano

 

RISOLUZIONE CONSILIARE PER ISTITUIRE UNA SCUOLA NOTTURNA

 

Il consiglio comunale approva a grande maggioranza l’istituzione di una scuola notturna perché “riconosciuta vantaggiosa tanto per la religione quanto per l’istruzione civile  esociale degli individui che, occupati dai lavori campestri non possono nel giorno accedere ad essere istruiti, …”.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1035

 

1847 ottobre 5, Poggio Moiano

 

RISOLUZIONE CONSILIARE PER ISTITUIRE UNA SCUOLA NOTTURNA

 

Il consiglio comunale approva a grande maggioranza l’istituzione di una scuola notturna perché “riconosciuta vantaggiosa tanto per la religione quanto per l’istruzione civile  esociale degli individui che, occupati dai lavori campestri non possono nel giorno accedere ad essere istruiti, …”.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1035

 

1849 febbraio 24, Roma

 

DECRETO DELLA REPUBBLICA ROMANA SULL’INSEGNAMENTO STATALE

 

L’Assemblea Costituente abolisce la giurisdizione dei vescovi sulle scuole e università, ad eccezione dei seminari. L’insegnamento viene assegnato alle competenze dirette del Ministero della Istruzione pubblica.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 marzo 20, Roma

 

CIRCOLARE  RIGUARDO ALL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA

 

Il ministro Sturbinetti chiede ai presidi delle province informazioni dettagliate e sollecite sui metodi di istruzione, sul numero e la qualità delle scuole, sul numero dei frequentanti e sul personale impiegato.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 marzo 20, Roma

 

CIRCOLARE  RIGUARDO ALL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA

 

Il ministro Sturbinetti chiede ai presidi delle province informazioni dettagliate e sollecite sui metodi di istruzione, sul numero e la qualità delle scuole, sul numero dei frequentanti e sul personale impiegato.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 aprile 18, Rieti

 

INDAGINE SULL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.  DATI  DEL COMUNE DI RIETI

 

Il segretario del comune invia al preside della provincia le risposte ai quesiti proposti dal Ministero della pubblica istruzione sulla condizione in cui si trovano gli studi nel comune stesso.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 aprile 18, Rieti

 

METODO DI INSEGNAMENTO NEL GINNASIO REATINO

 

Schema sintetico del metodo di insegnamento adottato nel Ginnasio di Rieti dal maestro Vincenzo De Marco Fioritoni.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 aprile 8, Poggio Moiano

 

INDAGINE SULL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.  DATI  DEL COMUNE DI POGGIO MOIANO

 

Il cittadino priore invia al preside della provincia le informazioni sulle scuole del comune. Esistono due scuole maschili, una pubblica con un maestro sacerdote, l’altra privata con un maestro secolare; delle due scuole femminili, quella pubblica è retta da una “giovane vedova” denominata “maestra pia”, l’altra, destinata alle “giovanette delle primarie famiglie”, è retta da una “vecchia vedova”. In entrambe viene applicato il metodo dei precettisti “Janua e Porretti”.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 aprile 15, Magliano

 

INDAGINE SULL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.  DATI  DEL COMUNE DI MAGLIANO.

 

Rapporto del Gonfaloniere al cittadino preside sull’istruzione pubblica locale, dal quale emerge che esiste un seminario frequentato da 50 giovani, una scuola pubblica per i primi erudimenti grammaticali con 70 giovani, scuole notturne con 120 alunni e delle maestre pie che seguono circa 60 ragazze.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1036

 

1849 luglio 18, Rieti

 

FINE DELLA REPUBBLICA ROMANA. RIPRISTINO SIMBOLI PONTIFICI

 

Si ordina che, essendo caduta la Repubblica  Romana e ristabilito il governo pontificio, debbono essere ripristinati tutti i simboli quali stemmi, bandiere e vessilli,  per testimoniare la legittima autorità.

ASRi, Delegazione apostolica, b. 1037