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DALL'ELEZIONE DI PIO IX ALLA REPUBBLICA ROMANA
Il 1 giugno 1846 muore papa Gregorio XVI e, con un breve conclave viene eletto, il 16 giugno, il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, che sale al soglio con il nome di Pio IX. Il nuovo papa è accompagnato da una fama di apertura mentale e di idee liberali che, in un primo momento, appare più che meritata, a giudicare dai primi atti, tra cui lo scioglimento delle speciali commissioni che giudicavano le cause di sedizione nelle Legazioni. A questo pontefice si devono anche l’istituzione della Guardia Civica e della Consulta di Stato, per cui sembra naturale la reazione carica di sentimenti di identità nazionale che segue l’occupazione di Ferrara da parte di guarnigioni austriache nell’estate del 1847: anche a Rieti, infatti, i discorsi dei consiglieri Basilio Potenziani e Pietro Vincentini nella seduta del consiglio comunale del 30 agosto 1847, incitando alla reazione armata  contro l’Austria, si configurano come i primi discorsi risorgimentali. Pochi mesi dopo, sull’onda della concessione degli statuti nel Regno delle Due Sicilie, in Toscana e, infine, nel Regno di Sardegna da parte di Carlo Alberto, anche papa Pio IX, il 14 marzo 1848, promulga lo Statuto fondamentale del governo temporale degli Stati della Chiesa, con il quale istituisce due camere, l’Alto Consiglio, composto da membri nominati dal pontefice stesso, e il Consiglio dei Deputati, costituito da cento membri di nomina elettiva, non necessariamente appartenenti  al clero  o alla nobiltà. Tra i membri dell’Alto Consiglio viene scelto il poeta Angelo Maria Ricci e al Consiglio dei Deputati, mediante la consultazione elettorale del 19 maggio 1848, vengono eletti Lodovico Potenziani per il Collegio di Rieti e Giuseppe Piacentini per quello di Poggio Mirteto. Il marzo del 1848, tra l’insurrezione antiaustriaca delle Cinque Giornate di Milano e l’avanzata dell’esercito piemontese nei territori del Lombardo-Veneto, segna l’inizio della I Guerra di Indipendenza, sentita dai patrioti di ogni regione della penisola italiana come l’occasione di riscatto e di liberazione dal giogo austriaco, per alcuni sotto lo scettro dei Savoia, per altri sotto la tiara pontificia.Il papa, però, costretto dall’evidente contraddizione tra il suo ruolo di capo sia della Chiesa che  di uno stato, delude le aspettative patriottiche con la sua allocuzione, pronunciata nel Concistoro del 29 aprile 1848 e diffusa, poi , a stampa a tutti i Delegati Apostolici. In questa, mentre ribadisce la necessità che lo Stato della Chiesa si adegui ad alcuni principi innovatori diffusi in tutta Europa, dichiara, ovviamente, quale pastore della chiesa cattolica, di voler rifuggire dalla guerra contro qualunque altro stato. Nel frattempo, però, molti volontari si sono mobilitati agli ordini dei generali Ferrari e Durando e con il Battaglione Universitario Romano affrontano gli austriaci a Vicenza, a Treviso e a Cornuda, quando li raggiunge l’ordine di cessare le ostilità, intraprese, forse, non soltanto per difendere i confini dello Stato Pontificio. Ma nell’intento di portare aiuto ai popoli delle Legazioni e del Lombardo-Veneto, si determina, in molti casi, un disorientato ritorno dei volontari.Sono, a questo proposito, emblematiche le vicende di due di essi, al cui rientro, carico di delusione e di rischi, si aggiunge i rigido controllo della polizia.Il malcontento per l’atteggiamento ambiguo del papa nei confronti della guerra austro-sarda sommato ad annose questioni finanziarie fa precipitare gli eventi, che sfociano nell’assassinio, il 15 novembre 1848, del Cardinale Pellegrino Rossi, che aveva ricevuto l’incarico per il nuovo governo : quest’ultimo evento fa maturare nel pontefice la risoluzione di rifugiarsi a Gaeta ed abbandonare Roma ad una Commissione governativa, aprendo la strada, involontariamente, ad una soluzione repubblicana

A cura del gruppo di lavoro coordinato da Maria Giacinta Balducci

1848 marzo 26, Rieti

 

CIRCOLARE DEL DELEGATO APOSTOLICO PASQUALE BADIA SULL’ARRUOLAMENTO DI VOLONTARI PER LA DIFESA DI FERRARA.

 

Sulla base del dispaccio del Ministro dell’Interno Recchi, il Delegato fa appello ai Gonfalonieri e ai Priori perché si attivino per arruolare tanto i militi della Guardia Civica, quanto i volontari, per la difesa dei confini dello Stato Pontificio.

Nella circolare allegata si specifica che un corpo militare in procinto di partire da Roma alla volta dei confini con il ducato Estense e con il Lombardo-Veneto al comando del generale Ferrari, per opporsi alle azioni militari austriache e all’occupazione di Ferrara e Bologna.

ASRi, Delegazione Apostolica, b. 64 c.

1848 aprile 29, Roma

 

ALLOCUZIONE DI PIO IX SULLA NON BELLIGERANZA DELLO STATO PONTIFICIO.

 

Allocuzione di Pio IX rivolta ai cardinali nel Concistoro segreto e diffusa, poi, a stampa a tutti i Delegati Apostolici. Il Papa chiarisce la sua posizione in merito alla guerra contro l’Austria, rassicurando che lo Stato Pontificio non ha mire espansionistiche e ripudiando l’idea di porsi a capo di una “Repubblica degli universi popoli d’Italia”, in quanto il suo apostolato gli impone di abbracciare tutte le genti e di rifuggire dal ricorso alle armi.

Tale discorso imprimerà una decisa svolta alle sorti della I Guerra di Indipendenza, inducendo indirettamente anche Ferdinando II e Leopoldo II di Toscana ad abbandonare i patrioti antiaustriaci sostenuti da Carlo Alberto.

ASRi, Delegazione Apostolica, b. 64 c.

 

1848 maggio 19, Rieti

 

VERBALE DELLE ELEZIONI DEL CONSIGLIO DEI DEPUTATI NEL DISTRETTO DI RIETI.

 

Verbale delle elezioni svoltesi secondo l’Ordinanza del 1 aprile 1848. Il presidente del seggio dichiara eletto Ludovico Potenziani con 273 voti, in seguito a ballottaggio fra i due candidati più votati, Ludovico Potenziani e Pietro Vincentini. Il seggio è composto dal presidente, Basilio Potenziani, da quattro scrutatori, tra cui  Giacinto Vincenti Mareri e Basilio Sisti e da due segretari, i notai Raffaele Rosati e Francesco Consoni.

ASRi, Delegazione Apostolica, b. 64 c.

 

 

1848 maggio 24, Rieti

 

CIRCOLARE DEL DELEGATO APOSTOLICO AL COMANDANTE LA DIREZIONE PROVINCIALE DI POLIZIA SUL CONTROLLO DEI FOGLI DI VIA DEI REDUCI.

 

Circolare del Delegato Apostolico di Rieti Andrea Bonfigli trasmessa al Comandante la Direzione Provinciale di Polizia con cui, allegando due circolari del Ministro dell’Interno Mamiani, raccomanda di aver particolare cura e prudenza nel verificare le posizioni dei reduci dal fronte veneto e richiama all’attenzione del Comandante la necessità di verificare l’esistenza dei regolari fogli di via. Questo chiarisce la situazione di sbandamento e disorientamento in cui si trovano non solo i militi ma anche chi è preposto all’ordine pubblico, a seguito dell’allocuzione di Pio IX.

ASRi, Direzione Provinciale di Polizia, b. 150.

 

1848 luglio 6, Ferrara

 

COPIA CONFORME DEL FOGLIO DI VIA DEL VOLONTARIO GIUSEPPE VARELLI.

 

Copia conforme del “foglio di via” di Giuseppe Varelli di Magliano Sabina, richiesta dal Gonfaloniere di Magliano per regolarizzare il rientro del reduce, attenendosi agli ordini della circolare delegatizia del 24 maggio 1848. Il foglio risulta rilasciato a Treviso, viene vidimato in tutti i luoghi attraversati dal milite ed è trasmesso dal gonfaloniere, che afferma che il Varelli faceva parte di un gruppo di sette arruolati “forniti di fucile e soldo” agli ordini del Generale Ferrari. Dai documenti consultati, in ogni modo, risultano aver partecipato alle operazioni militari anche volontari da Fianello, Casaprota, Collevecchio, Poggio Mirteto e Toffia.

ASRi, Direzione Provinciale di Polizia, b. 150.

 

 

1848 luglio 17, Rieti

 

VERBALE DELLA DEPOSIZIONE DI GIUSEPPE CEPPONI, DEL CORPO DEI DRAGONI DELL’ESERCITO NAPOLETANO.

 

Il militare di Santa Maria di Capua, dragone dell’esercito del Regno delle Due Sicilie, dichiara di aver volontariamente lasciato i ranghi dell’esercito napoletano, partito “alla volta della Lombardia per la causa Italiana”, dopo aver ricevuto gli ordini di retrocedere. Giunto a Popoli, in Abruzzo, con il suo reggimento che si ritirava, aveva deciso di disertare e arruolarsi con la truppa pontificia per tornare al nord, in quanto suo fratello Michele, dragone come lui, aveva passato il Po agli ordini del generale Guglielmo Pepe e ritrova a far parte “dell’Armata Italiana”. Afferma anche che “suo desiderio è di andare a far parte della Guerra d’Italia sotto le bandiere dell’invitto Re Carlo Alberto”, esprimendosi, quindi, con la retorica tipica del Risorgimento.

ASRi, Direzione Provinciale di Polizia, b. 150

 

 

1849 gennaio 29, Rieti

 

PROCLAMAZIONE DEGLI ELETTI DELLA PROVINCIA DI RIETI ALLA COSTITUENTE.

 

Proclamazione degli eletti quali rappresentanti del popolo all’Assemblea Costituente dello Stato Romano per la Provincia di Rieti.

ASRi, Archivio Comunale Rieti, Carteggio preunitario, b. 474.